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[v. 133-141] | c o m m e n t o | 719 |
l’anima, tarda è la fede e la speransa; se la carità è fervente, ratta è la fede e la speransa. Da la sinistra; cioè rota, che figura lo testamento vecchio, quattro; cioè donne, facean festa: imperò che ancora dansavano: queste sono le quattro virtù cardinali; cioè iustizia, prudenzia e fortezza e temperansa, de le quali è tutto pieno lo testamento vecchio; et è iustitia abito dell’animo, servata la comune utilità, dante a ciascuna la sua ragione; prudenzia è scienzia di ciascune de le buone cose e de le rie; fortessa è considerato ricevimento dei periculi, e sostenimento de le fatiche; e temperansa è ferma e moderata signoria de la ragione contra la libidine, e contra li altri non diritti impeti dell’animo. Di purpura vestite; cioè di purpura bianca, che significa mondessa e purità, dietro al modo; cioè seguitando lo modo, D’una; cioè virtù, di lor; quattro, ch’avea; cioè la quale avea, tre occhi in testa; questa è la prudenzia, la quale si dice avere tre occhi: imperò ch’ella considera le cose passate, e provede a le cose che denno venire, et ordina le cose presenti; e però degna cosa è che tutte l’altre vadano di rieto al modo suo: imperò che in tutte le virtù la prudenzia è necessaria.
C. XXIX — v. 133-141. In questi tre ternari lo nostro autore, seguitando la descrisione della processione incominciata di sopra, finge che di rieto al carro presso venisseno due; cioè s. Luca e s. Paulo: imperò che ne la Bibbia di po’ li 4 Evangeli1 seguita li Atti de li Apostuli che scrisse s. Luca, e le Epistole che scrisse s. Paulo; e però dice: Appresso tutto ’l pertrattato modo; cioè appresso tutto quello, che ditto è di sopra del carro e de le ruote e de li accompagnatori e de le accompagnatrici, Viddi; cioè io Dante, du’ vecchi; cioè s. Luca, e s. Paulo: imperò che s. Luca, oltra l’Evangelio, scrisse li Atti de li Apostuli, e s. Paulo scrisse le sue Epistole ad Romanos, ad Corinthios, ad Galatas, ad Ephesios, ad Philippenses, ad Colossenses, ad Tessalonicenses, ad Timotheum, ad Titum, ad Philemonem, et ad Hebraeos, come, dispari; cioè disequali, in abito: imperò che non era abituato l’uno, come l’altro, Ma pari in atto et onestato e sodo: imperò che funno pari nell’atto da l’esercizio per la fede di Cristo: imperò che ciascuno soperò in ciò onestamente e fermamente, come appare ne la Bibbia dove sono prima l’Epistole preditte di s. Paulo e poi li Atti de li Apostoli, ne le quali si vede l’onestà e la costanzia dell’uno e dell’altro. L’un si mostrava; cioè s. Luca ne l’abito pareva, alcun dei familliari Di quel sommo Ipocrate; Ipocrate fu maestro de la Medicina, e s. Luca fu medico, e però finge l’autore
- ↑ Seguita li Atti. Non è nuova presso i nostri classici la foggia di accordare un verbo di terza persona singolare col soggetto plurale, nel che seguono i Provenzali i quali nella terza persona del maggior numero sopprimevano l’n finale, dicendo teno, vendo per tenon, vendon e via via. E.