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c o m m e n t o |
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altri la misericordia, e così si dividerebbe la iustizia de la misericordia nei sacramenti, che esser non può per la ragione detta. A che si dè rispondere che in quelli dell’ala ritta intese l’autore che la iustizia vada inanti a la misericordia, et in quelli da l’ala manca va inanti la misericordia a la iustizia; e però rimane vera la ragione ditta di sopra e la figurazione dell’autore, e però dice: Nulla1 guastava la ditta divisione. Tanto sallivan; cioè le ditte du’ ali: imperò che la ritta infine al Padre, e la manca infine a lo Spirito Santo, che non eran viste; e chi potrebbe videre2 quanto è la iustizia e la misericordia di Dio? Nullo: imperò che sono infinite. Le membra d’oro avea, quanto era uccello; ora descrive la figura del grifone, e dice che dal mezzo in su, u’ era uccello, era fatto d’oro; e questo finge, per mostrare secondo la lettera che non era di penne, nè di carne, come sono li uccelli; et allegoricamente, per dare ad intendere la purità de la divinità: imperò che come l’oro è più prezioso, più bello, e più puro metallo che sia; così la divinità del Verbo incarnato era più pura, più preziosa e più bella che si potesse pensare: imperò ch’era Iddio, E bianche l’altre di vermillio miste; ora finge che ’l ditto grifone avesse le membra dal mezzo ingiù bianche, meschiate di vermillio sì, come lo corpo umano, per mostrare ch’avesse natura umana, secondo la lettera. E per questo intese la natura umana di Cristo la quale fu purissima: imperò che fu sensa peccato, e però finge che fusse bianca; e fu tutta piena di carità, e però finge che fusse meschiata di vermillio. E volendo dimostrare la bellessa del detto carro, arreca due similitudini; negando cioè del carro triunfale di Roma, e del carro del Sole, dicendo: Non che Roma; cioè non che si possa dire che Roma, Rallegrasse Africano; cioè Scipione Africano, del quale è stato ditto di sopra, che vinse Africa du’ volte; l’una volta facendola tributaria, l’altra volta3 diffacendo Cartagine, sicchè li Romani li fenno triunfo in sul carro coperto d’oro, come è stato ditto di sopra, di carro d’or; cioè di carro d’oro, sì bello; come questo, lo quale io abbo ditto che viddi nel paradiso terreste, ovvero Augusto; cioè Ottaviano imperadore, lo quale ebbe molti triunfi, Ma quel del Sol; cioè ma lo carro del Sole, lo quale descrive Ovidio, Metamorfosi II, che era d’oro e di pietre preziose, salvo che i razzi de le ruote erano d’ariento, seria pover con ello; cioè serebbe povero posto allato a quil carro ch’io viddi: tanto era più eccellente quello; ecco quanto commenda la Chiesa, Quel del Sol; ecco che replica, per mellio dare ad intendere di quale carro intende, adiungendo la fizione poetica; cioè quando Fetonte resse un di’ lo carro del Sole, nel quale arse lo carro e guastòsi per le saette di Iove, pregato da la terra che ardeva, come è stato ditto di sopra nel canto xvii ne la
- ↑ C. M. dice, che nulla
- ↑ C. M. vedere
- ↑ C. M. disfacendo