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la sensualità, quando si specchia in essa acqua; e però dice: S’io ragguardava in lei; cioè ne la ditta acqua, come ’n specchio anco; cioè ancora come ne lo specchio si ragguarda l’omo la sua imagine.

C. XXIX — v. 70-81. In questi quattro ternari lo nostro autore finge che, quando fu iunta quella gente che andava di rieto ai candelabri, e li candelabri rimpetto a lui che era di qua dal fiume elli si resse1 per mellio comprendere e vidde 7 liste che rimaneano dipinte nell’aire dal fuoco di quelli candelabri, come se rimanesse lo fumo; e però dice: Quando da la mia riva; cioè da la ripa del fiume, da la quale io Dante era, ebbi tal posta; cioè ebbi tal luogo, che per diritto io potea vedere ciò ch’era di là, Che solo il fiume mi facea distante: imperò che altro mezzo non c’era che ’l fiume: e per questo dà ad intendere che non restava, se non a bere l’acqua del fiume e lavarsi, a venire a lo stato de la innocenzia che figura ch’elli avea a deponere giuso lo incentivo dei peccati e la loro radice, la quale si conviene deponere e purgare coi tre passi ditti di sopra, Per veder mellio ai passi diedi sosta; cioè ferma’mi, per vedere mellio che non arei veduto andando. E viddi le fiammelle; dei 7 candelabri, andar davante; cioè inanti a quella gente, come guida, Lassando drieto a sè l’aire dipinto; cioè lassando in aire di rieto da sè 7 liste di diversi colori, Che; cioè lo quale aire, avea sembiante; cioè similitudine, di tratti pennelli; cioè di fregatura di pennelli, come frega lo dipintore quando vuole2 scire una lista, Sì che lì sopra; cioè per sì fatto modo, che quive di sopra, rimanea distinto; cioè l’aire, Di sette liste; cioè di sette righe, tutte in quei colori; cioè di quattro colori, Onde; cioè dei quali, fa l’arco il Sole; cioè l’arco che appare ne le nebbie, del quale è stato ditto di sopra, e Delia; cioè la Luna, la quale si chiama Delia da Delo, isula ne la quale Latona partoritte Febo e Diana; è Diana è chiamata3 apo li Poeti per tre nomi, cioè Diana, Luna e Proserpina; Diana si dice in quanto è reputata iddia di castità, et abita ne le selve et esercitasi cacciando le fiere; Luna si dice in quanto sta in cielo; e Proserpina in quanto è reina de lo inferno, mollie di Plutone; unde l’autore pillia in questa parte Delia per la Luna, il cinto; cioè fa lo circulo intorno a sè, quando è coperta o intorneata da le nebbie rade: imperò che come lo Sole fa l’arco ne le nebbie; così la Luna fa lo cerchio tondo intorno a sè di 4 colori; cioè rosso, sanguigno, verde e bianco. Questi stendali; cioè queste 7 liste che designavano ne l’aire li 7 candelabri ditti di sopra di quattro diversi colori, dei quali è ditto di sopra, drieto eran

  1. C. M. si resse e stette fermo per mellio
  2. C. M. vuole fare una lista— ; ed il Cod. nostro — scire — , uscire, alla guisa de’ Siciliani. I Gradi di s. Geronimo ànno «gli farò scire fiumi d’acque» E.
  3. Apo; più secondo l’apud dei Latini, dal quale deriva. E.