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133Appresso tutto ’l pertrattato modo,1
     Viddi du’ vecchi in abito dispari;
     Ma pari in atto et onestato e sodo.
136L’un si mostrava alcun dei familliari
     Di quel sommo Ipocrate, che Natura
     Alli animali fe che ella à più cari;
139Mostrava l’altro la contraria cura
     Con una spada lucida et acuta,
     Tal che di qua dal rio mi fe paura.
142Poi viddi quattro in umile paruta,
     E di rieto da tutti un vecchio solo
     Venir dormendo co la faccia arguta.
145E questi sette col primaio stuolo2 3
     Eran abituati; ma di gilli4
     Dintorno al capo non facean brolo;5
148Anzi di rose e d’altri fior vermilli:
     Giurato avrea poco lontano aspetto,
     Che tutti ardesser di sopra da’ cilli.
151E quando il carro mi fu a rimpetto,6
     Un tuon s’udì; e quelle gente degne7 8
     Parveno aver l’andar più interdetto,9
154Fermandosi ivi co le prime insegne.

  1. v. 133. C. A. nodo,
  2. v. 145. C. A. primiero
  3. v. 145. Col primaio stuolo; come il primaio stuolo, dove la particella d’accompagnamento fa l’ufficio di comparazione. E.
  4. v. 146. C. M. C. A. gigli
  5. v. 147. Brolo; orto con verzura, giardino, e figuratamente corona, ghirlanda. E.
  6. v. 151. C. A. a me fu a rimpetto,
  7. v. 152. C. A. Un suon s’udì;
  8. v. 152. C.M. C. A. genti
  9. v. 153. C. A. Parvero

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