106Lo spazio dentro a lor quattro contenne
Un carro in su du’ ruote triunfale,1
Ch’al collo d’un Grifon tirato venne.
109Esso tendea su l’una e l’altra ale
Tra la mezzana e le tre e le tre liste,2
Sì ch’a nulla, fendendo, facea male.
112Tanto sallivan, che non eran viste:
Le membra d’oro avea, quanto era uccello,
E bianche l’altre di vermillio miste.
115Non che Roma di carro d’or sì bello3
Rallegrasse Africano, ovvero Augusto;
Ma quel del Sol seria pover con ello,
118Quel del Sol, che sviando fu combusto
Per l’orazion de la Terra devota,
Quando fu Giove arcanamente giusto.
121Tre donne in giro da la destra ruota
Venian danzando; l’una tanto rossa,
Ch’appena fora dentro al foco nota;
124L’altra era, come se le carne e l’ossa
Fossero state di smiraldo fatte;
La terza parea nieve testè mossa:4
127Et or parean da la bianca tratte,
Or da la rossa, e dal canto di questa
L’altre tolliean l’andar tarde e ratte.5
130Da la sinistra quattro facean festa,
Di purpura vestite, dietro al modo6
D’una di lor, ch’avea tre occhi in testa.
- ↑ v. 107. C. A. in su le rote trionfale,
- ↑ v. 110. C. M. C. A. le tre e tre
- ↑ v. 115. C. A. di carro così bello
- ↑ v. 126. C. A. neve
- ↑ v. 129. C. A. toglien l’andare e tarde e ratte.
- ↑ v. 131. C. M. C. M. porpora