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cioè a Virgilio, che significa la ragione, come detto è di sopra: quando la sensualità ripresa del fallo si ristringe a la ragione, non può se non ben capitare; e però dice: E come sare’ sensa lui; cioè senza Virgilio, io; cioè Dante, corso? Quasi dica: Male: imperò che mal corre la sensualità sensa la ragione. Chi m’avria tratto; cioè menato e tirato, su per la montagna; del purgatorio? Quasi dica: Niuno, se la ragione da me stata fusse separata. El; cioè Virgilio, mi parea; cioè a me Dante, da sè stesso rimorso; cioè del fallo commesso: imperò che, per stare ad udire lo canto di Casella, avea lassato l’andare al monte: fallo è per diletti mondani esser negligente a la penitenzia, e per cose meno utili lassare le più utili. E benché l’autore finga, secondo la lettera, di Virgilio, elli intende moralmente di sè medesimo, intendendo che la ragione avea avuto rimordimento del tempo perduto in udire cantare e sonare e simili dilettazioni; unde a commendazione di ciò dice, usando esclamazione, colore retorico: O dignitosa coscienzia e netta; che cosa sia coscienzia fu dichiarato per me di sopra nella prima cantica, e dice notevilmente de la coscienzia degna e netta: imperò che quella che è vitoperosa e brutta non à rimordimento dei grandi falli, non che dei picculi, e non si chiama coscienzia; ma ostinazione. E bench’io trattai ne la prima cantica de la coscienzia, aggiungo quivi questa bella moralità, che nell’anima umana Iddio à posto lo libero arbitrio, come signore, e l’intelletto e la ragione, come collaterali e consillieri: àci posto due officiali; cioè la discrezione e la coscienzia: et àci posto du’ familli; la carne e lo spirito, li quali sono grandissimi inimici, e l’uno, cioè la carne, è lusinghieri e bugiardo; e l’altro, cioè lo spirito, aspro e vertieri 1. Quando la carne porta al signore le cose mondane e viziose; e lo signore si vollia consilliare con lo spirito, colla discrezione, co la coscienzia, co la ragione e co l’intelletto e stare al loro consillio, rifiutasi lo rapportamento de la carne, e la cosa 2 sta in pace, e la coscienzia si può chiamare allora insieme scienzia: imperò che s’accorda con tutti. E così quando lo spirito rapporta al signore le cose spirituali et elli l’accetti, ancora ogni cosa sta in pace; ma quando lo signore si lassa ingannare a la carne, e non vuole credere ai suoi officiali e consillieri, lo spirito contasta, la coscienzia grida: Questo non è ben fatto; et allora si chiama contra scienzia: imperò che ella grida: Io so che tu fai quel che non dei, quel che non è del volere de la corte. Ma addiviene alcuna volta che la si fortica con i suoi

  1. C. M. veritieri - I nostri antichi usavano talora di fognare l’i, come in santà, verta, umiltà per sanità, verità, umiltà. Guido Guinicelli à in una sua canzone «Va, dì a madonna esto motto vertiero»; e Bandino Padovano in un sonetto «Leal Guittone, nome non verteri». E.
  2. C. M. e la corte sta