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p u r g a t o r i o x x v i i i . |
[v. 61-75] |
re mondano fuor di tutto ’l modo usato delli altri omini, non saettati da lunga; ma da presso inaverati, tenendo in grembo lo ditto amore. Ella; cioè la ditta donna, ridea dall’altra ripa dritta; cioè stando ritta in piè per mostrarmisi, e non collieva allora fiori; ma ben li trafficava, e però dice: Trattando; cioè trafficando, più color co suo mani; cioè molti colori di fiori co le mani suoe: imperò che li avea colti et aveali in mano, che allegoricamente significa ch’ella si mostrava all’autore diritta, e coll’opere dimostrando li esempli escellentissimi di virtudi pratiche, molto apparea allegra e ridente dall’altra ripa dove sono coloro che ànno diminticato ogni male sicchè non possano essere se non allegri, Che; cioè li quali colori e fiori: imperò che per li colori s’intendeno li fiori, l’alta terra; cioè quella del paradiso terresto, gitta; cioè produce, senza seme: imperò che li produce da sè medesimo1 per virtù del cielo, al quale è più prossimana. E per questo dà ad intendere che chi è ne lo stato mondano non fa opera2 di virtudi esemplari, se non è seminato la dottrina nel suo cuore; ma chi è in stato d’innocenzia, sensa ricevere dottrina, solamente per la grazia di Dio mette fuora molte virtuose, esemplari operazioni. Debbiamo attendere che l’autore finge che Matelda ridesse e stesse ritta, e trafficasse li fiori di diversi colori co le suoe mani: imperò ch’elli la induce in atto di predicare, e però li dà li atti del predicatore che sta allegro e ridente, quando annunzia al popolo la parola di Dio: sta in piè ritto, a figurare che la mente sua sia levata su a Dio, come lo corpo; e così sta ancora lo prete quando ora all’autare3: e tratta co le suoi4 mani; cioè coll’opera sua, che è allora lo predicare molti esemplari virtuosi, fatti dai santi omini sensa averne altro principio che la infusione de lo Spirito Santo. Tre passi ci facea ’l fiume lontani; cioè tre passi era largo lo fiume che dividea me da le’, sì ch’io non mi potea accostare a lei. In questa parte lo nostro autore sotto queste brevi parole àe figurato una bella allegoria: imperò che, come ditto è, elli figura qui, parlando dell’altra vita, quelli che sono in questa che sallieno da lo stato de la penitenzia a la vita et a lo stato de la innocenzia, al quale non possano venire se prima non passano Lete; cioè che dimentichino tutti li vizi e peccati, come avea diminticato5 elli, purgato di quelli. Et oltra a ciò, perchè rimane a purgare lo fomite del peccato contratto in noi per lo peccato del primo uomo, per lo quale l’omo è abile a peccare, conviene che si purghino di quello inanti
- ↑ Medesimo, stesso; appo i nostri Classici, come presso i Latini si rinvengono sovente invariati. E.
- ↑ C. M. opere di virtù
- ↑ Il C. M. riporta — altare — ed il nostro — autare — tolto dall’autar provenzale. E.
- ↑ Suoi, tuoi, miei; presso gli antichi eziandio nel feminino, come benevoli, fini, leggieri ec. E.
- ↑ C. M. dimenticato