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58 | p u r g a t o r i o iii. | [v. 1-9] |
luogo più basso che l’altro; e perchè è men grave che la prima che procede da tutti peccati, però finge che sia punita in più alto luogo. E dividesi questo canto principalmente in due parti, perchè prima pone come pervenne al monte, e come trova in sul primo balso del monte una grande multitudine d’anime; ne la seconda pone come ne ricognocesse alcuna e parlasse con lei, et è la seconda: Come le pecorelle ec. La prima si divide in 7 parti, perchè prima finge che l’anime dette di sopra, riprese da Catone, tutte si sparseno per la campagna, e ch’elli si ristrinse a Virgilio; ne la seconda finge ch’elli avesse paura d’essere abbandonato da Virgilio, quine: Quando li piedi suoi ec.; ne la terza finge come Virgilio riprese la sua paura, e dichiarollo d’alcuno dubbio, quive: E il mio Conforto ec.; ne la quarta finge che Virgilio riprenda tutti li omini che sono troppo presuntuosi, volendo sapere quello che non è licito a sapere, quive: Matto chi spera ec.; ne la quinta finge come pervenneno a piè del monte, e come apparì loro nuova gente, quive: Noi devenimmo intanto ec.; ne la sesta finge come elli notifica a Virgilio come gente viene, unde si potea avere consillio; e come Virgilio lo conforta che vadino inverso loro, perchè veniano molto piano, quive: Leva, diss’io, Maestro ec.; ne la settima finge come Virgilio incomincia a parlare a quella gente, poi che funno giunti ad essa, quive: O ben finiti, o già spiriti eletti ec. Divisa la lezione, ora è da sponere lo testo coll’allegorie, o vero moralitadi, secondo ’l modo usato.
C. III — v. 1-9. In questi primi tre ternari lo nostro autore finge che, ben che l’anime riprese da Catone si spargesseno per la campagna, elli pur si ristrinse a Virgilio, dicendo: Avvegnaché la subitana fuga; de l’anime co le quali io e Virgilio eravamo posti a sedere ad udire cantare Casella la cansone morale ditta di sopra; de la quale fuga fu cagione la reprensione di Catone ditta di sopra, Dispargesse color; cioè l’anime dette di sopra, per la campagna; cioè per la pianura che era inanti al monte, Rivolti al monte; cioè del purgatorio, inverso ’l quale correvano, ove ragion ne fruga; cioè inverso lo quale luogo la ragione solicitava e stimulava che le andasseno: sempre la ragione sollicita che si sodisfaccia a la colpa co la pena; e questa sollicitudine con stimolo era loro per debita pena de la negligenzia avuta nel mondo a venire a lo stato de la penitenzia. E che stiano tanto tempo in questo stimulo, quanto ànno indugiato per li diletti mondani a venire a la penitenzia, è ragionevile e verisimile quanto a quelli che sono passati; ma di quelli del mondo lo veggiamo per esperienza: imperò che continuamente è l’omo ripreso e rimorso da la coscienzia, quando sta nei diletti mondani, e non si dirissa ad acquistare li diletti eterni co l’opere de la penitenzia. Io; cioè Dante, mi ristrinsi a la fida compagna;