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c a n t o x x v i i i. |
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19Tal, qual di ramo in ramo si raccollie
Per la pineta in su lito di Chiassi,1
Quando Eolo Scilocco fuor disciollie.
22Già m’avean trasportato i lenti passi
Dentro a la selva antica tanto, ch’io
Non potea riveder ond’io m’intrassi;
25Et ecco più andar mi tolse un rio,
Ch’a man sinistra con suo picciole onde 2
Piegava l’erba, che ’n sua ripa uscìo.
28Tutte l’acque, che son di qua più monde,
Parreno avere in sè mistura alcuna34
Verso di quella, che nulla nasconde,
31Avvegna che si mova bruna bruna
Sotto l’ombra perpetua, che mai
Raggiar non lassa Sole ivi, nè Luna.
34Coi piè ristetti, e colli occhi passai
Di là dal fìumicel, per ammirare5
La gran variazion dei freschi mai;
37E là mi apparve, sì come ella appare6
Subitamente cosa che disvia
Per meravillia tutto altro pensare,
40Una donna soletta, che si gìa
Cantando et isciolgendo fior da fiore,
Onde era pinta tutta la sua via.
43Deh bella donna, ch’ai raggi d’amore
Ti scaldi, s’i’ vo’ credere ai sambiantiFonte/commento: Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/835,
Che sollion esser testimon del core,
- ↑ v. 20. C. M. in sul lito
- ↑ v. 26. C. A. Che in ver sinistra con sue
- ↑ v. 29. Parreno; terza persona plurale del futuro imperfetto condizionale, sottrattone l’i; quindi parreno per parrieno. E.
- ↑ v. 29. C. A. Parrieno
- ↑ v. 35. C. A. per rimirare
- ↑ v. 37. C. A. come egli appare