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c a n t o   x x v i i i. 661

19Tal, qual di ramo in ramo si raccollie
     Per la pineta in su lito di Chiassi,1
     Quando Eolo Scilocco fuor disciollie.
22Già m’avean trasportato i lenti passi
     Dentro a la selva antica tanto, ch’io
     Non potea riveder ond’io m’intrassi;
25Et ecco più andar mi tolse un rio,
     Ch’a man sinistra con suo picciole onde 2
     Piegava l’erba, che ’n sua ripa uscìo.
28Tutte l’acque, che son di qua più monde,
     Parreno avere in sè mistura alcuna34
     Verso di quella, che nulla nasconde,
31Avvegna che si mova bruna bruna
     Sotto l’ombra perpetua, che mai
     Raggiar non lassa Sole ivi, nè Luna.
34Coi piè ristetti, e colli occhi passai
     Di là dal fìumicel, per ammirare5
     La gran variazion dei freschi mai;
37E là mi apparve, sì come ella appare6
     Subitamente cosa che disvia
     Per meravillia tutto altro pensare,
40Una donna soletta, che si gìa
     Cantando et isciolgendo fior da fiore,
     Onde era pinta tutta la sua via.
43Deh bella donna, ch’ai raggi d’amore
     Ti scaldi, s’i’ vo’ credere ai sambiantiFonte/commento: Pagina:Commedia - Purgatorio (Buti).djvu/835,
     Che sollion esser testimon del core,

  1. v. 20. C. M. in sul lito
  2. v. 26. C. A. Che in ver sinistra con sue
  3. v. 29. Parreno; terza persona plurale del futuro imperfetto condizionale, sottrattone l’i; quindi parreno per parrieno. E.
  4. v. 29. C. A. Parrieno
  5. v. 35. C. A. per rimirare
  6. v. 37. C. A. come egli appare