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son Lia; ecco come finge che la donna, che collieva li fiori, si nominava e dicea che era Lia. Qui l’autore induce la istoria di Iacob, come ebbe per mollie due filliuole di Laban; cioè Lia e Rachele; e, per averle, servitte a Laban quattordici anni; cioè prima sette anni per aver Rachel, e Laban lo ingannò e diedeli Lia che era più sozza1 che Rachel, o volliamo dire meno bella; unde lamentandosi Iacob ch’era stato ingannato, disse Laban: Servemi2 altre sette anni e darotti anco Rachel; et elli lo servitte et ebbe Rachel, sì ch’elli ebbe amburo le suore per lo servigio di quattordici anni. E per questo figura la santa Teologia che Iacob, che s’interpetra supplantatore; cioè tollitore de la benedizione paterna al fratello, chi vuole acquistare la benedizione di Dio dèsi coniungere a la vita virtuosa, la quale è divisa in attiva e contemplativa, le quali sono significate per le due suore; l’attiva per Lia che è meno bella, e la contemplativa per Rachel che è più bella; e chi vuole conviene servire sette anni per l’attiva, operandosi ne le3 7 opere de la misericordia, sette anni per la contemplativa contemplando li sette doni dello Spirito Santo, li sette sacramenti de la Chiesa, le sette virtù, cardinali quattro e teologiche tre; e prima si dè l’omo esercitare ne la vita attiva, e poi ne la contemplativa. E però finge che ne la entrata del paradiso terresto trovasse una donna, la quale elli nomina Matelda, di là dal fiume Lete, come apparrà di sotto; ma ora finge ch’elli vedesse in sogno Lia, perchè Matelda, ch’elli porrà quive, figura Lia, per mostrare che poi ch’elli avea cacciato da sè ogni desiderio di peccato per considerazione de la viltà e de la pena del peccato, et appresso aveasi purgato di tutti peccati commessi, facendone conveniente penitenzia apparecchiandosi ora ad intrare ne la via de le virtù, vienli in pensieri prima d’incominciare da le virtù pratiche, e però finge che sognasse Lia, la quale sotto lo nome di Matelda fingerà che li occoresse nel suo cammino, quando incomincierà a trattare de la vita virtuosa, e però à posto qui questa fizione fingendo per lo sogno l’avvenimento del pensieri. Segue lo testo: e vo movendo intorno; cioè io Lia, Le belle mani a farmi una ghirlanda; poi ch’à manifestato lo suo nome, manifesta lo suo esercizio che sta tutto in operazione, e però dice che va movendo intorno le belle mani, che significano l’opere, li4 atti virtuosi li quali, come fiori vari, fanno corona di loda e di gloria a chi li collie e ponseli in capo; cioè in su lo suo intelletto. Per piacermi a lo specchio; cioè per avere complacenzia di me quando io mi spec-

  1. Sozzo, nel trecento equivaleva a brutto, deforme. E.
  2. Altre; per desinenza uniforme, come cruciate, parecchie ec. E. C. M. altri
  3. C. M. nelle opere
  4. C. M. l’operare li atti