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sicchè mai nolla vidde, per la quale quello che ne intese è già statoditto. Ma per fare menzione di due donne virtuose che occorseno a la memoria sua, avendo nomi convenienti a la sua figurazione; cioè Beatrice e Matelda, dei quali lo primo si conviene a la Teologia che beatifica l’anima, e l’altro a la dottrina sua che è sua filliuola: imperò che Matelda significa Mathesis, laudem dans vel docens, che è conveniente nome a la pratica de la santa Chiesa, cioè dante o vero insegnante loda de la1 sentenzia di Iddio; la qual cosa fanno li atti pratici de la Chiesa; cioè dire l’officio, consecrare, batteggiare, confessare, predicare ec., àe finto che s’innamorasse de Beatrice, secondo la lettera. Questa fu madonna Beatrice filliuola dell’imperadore di Costantinopuli, la quale inamoratasi con uno barone italiano che era in sua corte, volendo contraere matrimonio con lui, pensando che lo imperadore non dovesse consentire, si partitteno di là, e venneno in Italia, e quive compietteno lo matrimonio. Saputo questo da lo imperadore, volseli rivocare a sè; ma non volendovi andare, mandò loro grandissimo tesoro e privilegi de le tenute che lo imperio avea di qua, sicchè compronno Brescia2 e Lombardia e molte altre città, e fu sì virtuosa la loro vita e la loro signoria, che molte città si sottopuoseno loro, e l’imperadori che venneno in Italia molte tenute concedetteno loro e molte città. E di costoro nacque la contessa Matelda, de la quale si dirà nel suo luogo, et ebbeno titulo di conti e di duci da l’imperadori preditti; e di questa Beatrice finge l’autore per la cagione preditta ch’elli s’inamorasse. Questa madonna Beatrice molti beni fece a le chiese in Italia per l’amore di Dio, come si dirà di sotto; moritte a Pisa la contessa Beatrice inanti al 1116, e sotterròsi ne la tomba che3 è ora ne la mura de la ch iesa maggiore pisana inverso lo campanile. E però appare che questo innamoramento sia finto per la cagione preditta: imperò ch’ella fu inanti a l’autore per più di cento anni, e però ciò che ne dice si dè intendere allegoricamente; e questo pensieri m’abbo fatto per cagione solamente dei nomi. Se questa fu la intenzione dell’autore, nollo approvo, perchè nel testo non è parola che ’l provi, se non ne la tersa cantica4 xxxiii, nel quale finge che vedesse Beatrice sedere nel terso grado de’ beati con Rachele, secondo che anco dice nel secondo canto della prima cantica, dove dice: Che mi sedea con l’antica Rachele; ne le quali parole si comprende ch’elli li dà luogo in vita eterna, come all’altre anime beate; dunqua seguiterebbe che secondo la lettera intendesse de la ditta donna, benchè secondo

  1. C. M. della scienzia di Dio;
  2. C. M. Brescia in Lombardia
  3. Quest’arca sepolcrale insieme con le altre fu insino dal 1810 trasportata nel Campo Santo urbano. E.
  4. Da — xxxii — a — dove dice — racconciato, secondo il Magliab. E.