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p u r g a t o r i o x x v i i. |
[v. 34-48] |
turba; cioè dispregiando e cacciando il male, e moralmente tocca lo costume del savio che modestamente si corruccia, disse; a me Dante: Or; cioè ora: Or è interiezione esortativa, vedi, fillio; chiama Dante fillio perchè, come è ditto, la sensualità dè obedire’a la ragione, come lo filliuolo al padre, Tra Beatrice e te è questo muro; cioè questo mezzo di questa fiamma è come muro che ci conviene passare, se tu vuoi andare a vedere Beatrice. Questa Beatrice, la quale l’autore finge sè amare tanto ardentemente, et ella lui, come ditto è nel processo, significa la santa Teologia de la quale lo nostro autore s’inamorò infine che elli era fanciullo o vero garzone; e però finge che ella fusse giovanetta: imperò che puerilmente la studiava e la intendea; e poi finge che la1 santa donna morisse; cioè che, cresciuto lo intendimento a lui sicchè intendea già le cose grande, a lui venne meno lo desiderio di tale studio, e questo fu lo morire e partirsi di questo mondo: imperò che si partì de la fantasia sua occupata da beni ingannevili del mondo; ma non sì che sempre non sentisse ne la mente sua un grande desiderio di ritornare ad essa et amarla ferventissimamente et a lei accostarsi. Ma perchè ciò non2 potea fare irretito nei peccati, pensò prima d’arrecarsi in odio i vizi e li peccati, considerando la loro viltà e la pena che con seco arrecano; appresso di purgarsi d’essi co la penitenzia e poi ritornare a la santa Teologia et accostarsi a lei, considerando e contemplando le cose celesti quante ne mostra la santa Teologia, e questo non potea fare se prima non compieva la sua purgazione del peccato de la lussuria, come s’avea purgato delli altri; e però ben finge che Virgilio dica che tra Beatrice e lui era quil muro, e questo intelletto si dichiarerà mellio nel processo della cantica, et anco si vede in certe cansoni morali che l’autore compuose, ne le quali tratta di Beatrice. E questo vasti quanto a questa parte al presente, secondo l’allegoria; ma secondo la lettera l’autore nostro, volendo che questo suo libro sia repertorio di tutte le persone diffamate e di tutte le persone virtuose note a lui infine al suo tempo, àe nominato ne la prima cantica le persone diffamate, e ne la seconda e tersa le persone degne di loda sotto vari modi e diverse fizioni; e però come alla entrata3 del purgatorio fece menzione del buono Catone romano uticense, ponendolo a guardia de la intrata del purgatorio, intendendo altro per lui come sposto fu quive, così qui fa menzione di Beatrice e fingerà che la trovi nel paradiso delitiarum. E debbiamo intendere che, udendo le virtù di sì fatta donna, secondo la lettera, elli s’inamorasse de la fama sua ch’ella era stata nel 1100,
- ↑ C. M. la suprascritta donna
- ↑ Col Magliab. si è corretto da — potea — fino — la loro viltà. E.
- ↑ C. M. intrata