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642 | p u r g a t o r i o x x v i i. | [v. 1-18] |
minciasi quive: Quand’ei mi vidde ec.; ne la quarta finge com’elli intrato ne la fiamma, sentitte grandissimo incendio, e come Virgilio lo confortava raccordandoli Beatrice, et una voce angelica ch’era di là sempre li confortava del passare ammonendo che ne venia la sera, e come iunseno a la montata del paradiso, et incominciasi quive: Sì com fui dentro, ec.; nella quinta finge come era fatta la sallita al paradiso, e come venutane la notte s’addormentonno in su la scala, et incominciasi quive: Dritta sallia ec. Diviso lo canto ne le parte principali e la lezione prima ne le suoe parti, ora è da vedere l’esposizione letterale, e l’allegorico intelletto o vero morale.
C. XXV11 — v. 1-18. In questi sei ternari lo nostro autore finge che ora era presso a la sera, quando l’angiulo apparve loro1 et invitolli e confortolli a montare suso al paradiso, notificando loro che pria si convenia passare la fiamma; unde finge che a lui intrasse grande paura, dicendo così che ’l Sole era in Ariete, et era2 in su la sera al nostro oriente dov’è lo fiume Gange, sicchè quive era allora lo3 incendio del Sole, e già li primi raggi dibatteano in verso Ierusalem; e di verso l’occidente nostro dov’è Ibero fiume, che è ne la Spagna, Libra che è uno segno opposito ad Ariete andava già inverso l’altro emisperio, nel quale finge l’autore ch’elli fusse all’ora; sicchè se Ariete nel suo emisperio incominciava a calare, nel quale era lo Sole, convenia che da la parte opposita incominciasse a4 calare Libra che arrecava la notte: imperò che è opposito segno ad Ariete. E com’è stato ditto di sopra, nell’altro emisperio è occidente quello che a noi è oriente, et è oriente quello che a noi è occidente. E dèsi incominciare l’ordine del dire così: il Sole Si stava; cioè ne l’emisperio di là quive, dove io Dante era allora, Sì come; sta, s’intende, quando vibra i primi raggi; cioè dibattendo percuote coi primi raggi la mattina, quando apparisce a noi nel nostro emisperio, Là dove; cioè in quello luogo dove, il suo Fattor; cioè lo nostro signore Gesù Cristo, che fece lo Sole e la Luna e tutta la mondana composizione, il sangue sparse; cioè quando fu crocifisso in su la croce, cioè in Ierusalem in sul monte da Calvaria, Cadendo Ibero; che è fiume in Ispagna e corre nel mare oceano da la nostra parte occidentale, sotto l’alta Libra; cioè sotto quel segno che si chiama Libra; nel quale segno era allora la notte; e dice alta; avendo respetto che5, come lo Sole che era allora in Ariete
- ↑ C. M. loro, e giunto lì confortòli
- ↑ C. M. era in sul calare al nostro
- ↑ C. M. lo meridiano del Sole,
- ↑ C. M. a salire
- ↑ C. M. che ’l Sole a l’entrata di Libra pareggia lo di’ con la notte, e poi cresceno le notti; così a l’entrata d’Ariete pareggia la notte col di’ et incominciano a crescere li di’. E perchè Libra si dice da librando, che pareggia; così si può chiamare anco Ariete Libra da librando: imperocchè anco Ariete pareggia, e così sono due Libre, l’una Ariete e l’altra Libra. E quando è lo maggiore caldo che sia in tutto lo di’, e