46Poi dentro al fuoco inanzi mi si mise
Pregando Stazio che venisse dietro,
Che pria per lunga strada ci divise.
49Sì com fui dentro, in un bolliente vetro
Gittato mi serei per rinfrescarmi:
Tant’era ivi lo incendio senza metro.
52Lo dolce Padre mio, per confortarmi,
Pur di Beatrice ragionando andava,
Dicendo: Li occhi suoi già veder parmi.
55Guidavaci una voce che cantava
Di là; e noi, attenti pur a lei,
Venimmo infin là ove si montava.1
58Venite, benedicti patris mei,
Sonò dentro ad un lume che lì era,
Tal che mi vinse, e guardar nol potei.
61Lo Sol sen va, soggiunge, e vien la sera:
Non v’arrestate; ma studiate ’l passo,
Mentre che l’occidente non s’annera.
64Dritta sallia la via per entro ’l sasso
Verso tal parte, ch’io tollieva i raggi
Dinanzi a me del Sol ch’era già basso.
67E di poghi scallion levammo i saggi,
Chè ’l Sol colcar, per l’ombra che si spense,2
Senti’mi dietro et io e li mie’ Saggi.3
70E pria che in tutte le suo’ parti immense4
Fusse orizonte fatto d’uno aspetto,
E notte avesse tutte suo’ dispense,
73Ciascun di noi d’un grado fece letto:
Chè la natura del monte ci affranse
La possa del salir, più e ’l diletto.5
- ↑ v. 57. C. A. Venimmo fuor là dove si
- ↑ v. 68. C. A. corcar,
- ↑ v. 69. C. A. Sentimmo
- ↑ v. 70. C. A. Prima che
- ↑ v. 75. C. M. più che il diletto.