22Dimmi com’è che fai di te parete1
Al Sol, come se tu non fussi ancora
Di morte intrato dentro da la rete?2
25Sì mi parlava un d’essi; et io mi fora3
Già manifesto, s’io non fusse atteso
Ad altra novità ch’apparve allora:4
28Chè per lo mezzo del cammino acceso
Venne gente col viso incontra a questa,
La qual mi fece a rimirar sospeso.
31Là veggio d’ogni parte farsi presta
Ciascun’ombra, e baciarsi una con una,
Senza restar, contente a breve festa;
34Così per entro loro schiera bruna5
S’ammusa l’una coll’altra formica,
Forsi a spiar lor via e lor fortuna.
37Tosto che parten l’accollienza amica,
Prima che ’l primo passo li trascorra,6
Sopra gridar ciascuna s’affatica.7
40La nova gente: Soddoma e Gomorra;
E l’altra: Ne la vacca intrò Pasife,8
Perchè ’l torello a sua lussuria corra.
43Poi come gruve, a le montagne rife9
Volasser parte, e parte inver l’arene,
Queste del giel, quelle del Sole schife,
46L’una gente sen va, l’altra sen vene
E tornar lagrimando ai primi canti10
Et al gridar, che più lor si convene;
- ↑ v. 22. C. A. Dinne come è
- ↑ v. 24. C. A. entrato
- ↑ v. 25. Fora; sarei, così mutato da fore, proveniente dal forem, fores, latino. E.
- ↑ v. 27. C. A. che apparse
- ↑ v. 34. C.M. C.A. Lì veggio
- ↑ v. 38. C. A. Anzi che il
- ↑ v. 39. C. A. Sopragidar ciascuna si fatica.
- ↑ v. 41. C. A. Nella vacca entra
- ↑ v. 43. C. A. Poi come gru che alle montagne Rife
- ↑ v. 47. C. A. E tornan lagrimando a’