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àe certe potenzie che si convegnano all’anima attualmente quando è coniunta col corpo, come le vegetative; et altre che si li convegnano ancora quando è separata dal corpo, e più perfettamente quando è separata che quando è coniunta; e queste sono quelle che l’anima àe1 prese, non attributo ad alcuno organo corporale, e queste sono le potenzie simplici attive; cioè memoria, intelletto, e volontà; et altre sono che sono attribute ad alcuno organo corporale, come sono le potenzie sentitive; e queste, secondo li Filosofi, quando è separata non à attualmente; ma, secondo lo nostro autore che finge e fa sua poesi, l’àe in atto; ma non sì perfettamente, come quando è coniunta col corpo; e però, parlando secondo questa fizione, dice Stazio, poi che àe ditto che l’anima ne porta seco l’umano e ’l divino, dice adiungendo quel che ne porta: e specificando che ’l divino et umano ne porta seco, dice così: L’altre potenzie; cioè quelle che serveno a la sensitiva, tutte quasi mute: imperò che, ben ch’ella l’abbi non l’à in atto; àle solamente in potenzia quanto a la verità, sicchè quando si riconiungerà col corpo l’arà in atto; ma seguendo la sua fizione, che àe finto che l’anime parlino, ridano et odano, l’anno anco separate, benchè non sì perfettamente; e però ci mette questa dizione quasi; che à a mancare; cioè non però mute al tutto: imperò ch’elle ridano in atto non così perfettamente, come col corpo; ma queste altre; cioè: Memoria, intelligenzia e volontade; ne porta seco l’anima, In atto, molto più che prima; cioè quando era coniunta col corpo, acute; cioè sottili: imperò che anno memoria sensa dimentigazione, intelligenzia sensa difetto, e volontà ferma et invariabile. Senza restarsi; cioè l’anima, quando è separata dal corpo per la morte, in nessuno luogo, per sè stessa cade; cioè che non è bisogno che vi sia menata, Mirabilmente: imperò che questo fa la Divina lustizia miraculosamente, a l’una de le rive; cioè d’Acheronte che è fiume infernale, o de la foce del Tevero di Roma, come appare di sopra nel canto secondo di questa cantica, Quivi; cioè in quil luogo, cognosce prima le suoe strade: l’anima: imperò che se cade a la riva d’Acheronte cognosce che è dannata, e se cade a la foce2 del Tevere cognosce che è salvata; e questo fu sposto nel soprascritto luogo. Tosto; cioè incontenente, che ’l luogo là; cioè ad una de le ditte ripe, la circuscrive; cioè intornea lei anima, La virtù formativa; che è nell’anima, raggia intorno; cioè nell’aire che li è intorno. Così; cioè come raggia, ne le membra vive; cioè come nel corpo quando vive, e quanto; cioè e tanto raggia intorno nell’aire la virtù dell’anima informativa, quanto raggia ne le membra vive; cioè nel corpo quando vive. E come l’aire; ecco che in-
- ↑ C. M. à per sè, non
- ↑ C. M. alla riva del