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c a n t o   x x v. 591

97E similliante poi a la fiammella,
     Che segue ’l fuoco là unqua si muta;1
     Segue a lo spirto sua forma novella.2
100Però che quinde à possa sua paruta,3
     È chiamata ombra, e quinde organa poi
     Ciascun sentir infine a la veduta.
103Quindi parliamo, e quinde ridiam noi;
     Quinde facciam le lagrime e i sospiri,
     Che per lo monte aver sentito puoi.
106Segondo che ci affigono i disiri
     E li altri affetti, l’ombra si figura;
     E quest’è la cagion di che t’ammiri.4
109E già venuto a l’ultima tortura5
     S’era per noi e volto a la man destra,6
     Et eravamo attesi ad altra cura.7
112Quivi la ripa fiamma in fuor balestra;
     E la cornice spira fiato in suso,
     Che la riflette, e via da lei sequestra.
115Onde ir ne convenia dall’aire schiuso8
     Ad uno ad uno; et io temea il fuoco
     Quindi, e quinci temea io cader giuso.9
118Lo Duca mio dicea: Per questo loco
     Si vuol tener alli occhi stretto il freno:
     Però che errar potrebbesi per poco.
121Summae Deus clementiae, nel seno
     Del grande ardor allor udi’, cantando,
     Che di volger mi fe caler non meno.

  1. v. 98. C. A. dovunque si
  2. v. 99. C. A. Segue lo
  3. v. 100. C. M. che di quindi à poscia
  4. v. 108. C. A. tu miri.
  5. v. 109. C. A. E già venuti all’
  6. v. 110. C. A. volti alla
  7. v. 111. C. A. intenti ad
  8. v. 115. C. A. dal lato schiuso
  9. v. 117. C. A. E quinci e quindi temea cader giuso.