97E similliante poi a la fiammella,
Che segue ’l fuoco là unqua si muta;1
Segue a lo spirto sua forma novella.2
100Però che quinde à possa sua paruta,3
È chiamata ombra, e quinde organa poi
Ciascun sentir infine a la veduta.
103Quindi parliamo, e quinde ridiam noi;
Quinde facciam le lagrime e i sospiri,
Che per lo monte aver sentito puoi.
106Segondo che ci affigono i disiri
E li altri affetti, l’ombra si figura;
E quest’è la cagion di che t’ammiri.4
109E già venuto a l’ultima tortura5
S’era per noi e volto a la man destra,6
Et eravamo attesi ad altra cura.7
112Quivi la ripa fiamma in fuor balestra;
E la cornice spira fiato in suso,
Che la riflette, e via da lei sequestra.
115Onde ir ne convenia dall’aire schiuso8
Ad uno ad uno; et io temea il fuoco
Quindi, e quinci temea io cader giuso.9
118Lo Duca mio dicea: Per questo loco
Si vuol tener alli occhi stretto il freno:
Però che errar potrebbesi per poco.
121Summae Deus clementiae, nel seno
Del grande ardor allor udi’, cantando,
Che di volger mi fe caler non meno.
- ↑ v. 98. C. A. dovunque si
- ↑ v. 99. C. A. Segue lo
- ↑ v. 100. C. M. che di quindi à poscia
- ↑ v. 108. C. A. tu miri.
- ↑ v. 109. C. A. E già venuti all’
- ↑ v. 110. C. A. volti alla
- ↑ v. 111. C. A. intenti ad
- ↑ v. 115. C. A. dal lato schiuso
- ↑ v. 117. C. A. E quinci e quindi temea cader giuso.