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50 | p u r g a t o r i o ii. | [v. 118-133] |
quel canto, Come a nessun toccasse altro la mente; cioè come se non avesse altra cura; e questo fìnge l’autore: imperò che alcuna volta la vita de la penitenzia è interrutta da onesti diletti, com’era questo.
C. II — v. 118-133. In questi cinque ternari et uno versetto l’autore nostro finisce lo canto secondo; e finge come ellino e l’anime venute che stavano ad udire lo canto di Casella, riprese del perdimento del tempo e de la negligenzia da Catone, lassonno lo canto e corseno al monte, dicendo così: Noi; cioè Virgilio et io Dante e l’anime venute con Casella, sedevam tutti; perchè, per ascoltar lo canto, s’erano posti a sedere, fìssi; cioè fermati, per mellio intendere, et attenti A le sue note; cioè del canto di Casella, che cantava la cansone morale di Dante che incomincia, «Amor, che ne la mente mi ragiona» et ecco il vecchio onesto; cioè Catone, Gridando: Che è ciò, spiriti lenti? Ben si convenia che Catone riprendesse la loro negligenzia, la quale ebbe l’antiquo 1 suo, che fu detto Censorio perchè fu riprenditore de’ vizi, e così fu anco elli; e perchè allegoricamente significa lo stato libero de l’anima, come fu detto di sopra, lo quale stato dè avere chi va a la penitenzia, ben si conviene chiamare spiriti lenti, che per vana dilettazione del canto lassavano l’andare al monte de la penitenzia. Qual negligenzia; è questa, s’intende, se non vituperabile, quale stare è questo; ancora, se non vituperabile? Correte al monte; cioè del purgatorio e de la penitenzia, che è faticosa et alta come ’l monte, a spogliarvi lo spollio; cioè la macchia del vizio e del peccato, la quale si spollia co la penitenzia, Ch’esser non lassa a voi Dio manifesto: la macchia del peccato abballia sì lo nostro intelletto, che non può cognoscere, nè intendere Dio se prima non si purga co la penitenzia. Et usa lo nostro autore una similitudine, per mostrare come, ripresi da Catone, subitamente si partitteno, dicendo: Come quando colliendo biada o lollio Li columbi adunati a la pastura; questo dice, perchè questi uccelli vanno molto insieme a pasturare, Cheti senza mostrar l’usato orgollio; cioè che non roteano, nè non mormorano, come fanno quando non beccano, Se cosa appar ond’elli abbian paura; cioè cosa che li scacci, Subitamente lassano star l’esca; che ànno trovata, Perchè assaliti son da maggior cura; cioè di campare dal periculo 2; et adatta la similitudine, dicendo: Cosi vidd’io; cioè Dante, quella masnada fresca; cioè quelle anime che di fresco erano venute, Lassar lo canto; cioè di Casella, e fuggir ver la costa; cioè del monte del purgatorio, Come uom che va, nè sa dove riesca; cioè come l’omo che va per la via, e non sa u’ ella 3 capiti, Nè la nostra partita; cioè di Virgilio e di me Dante, fu men tosta; cioè fu meno