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titur alto. Ne le quali parole Virgilio volse commendare la felicità del tempo d’Ottaviano imperadore, nel quale fu pace per tutto ’l mondo: imperò che l’autore de la pace; Gesu Cristo, venne in terra, dal quale più veramente s’intendeno le parole di Virgilio, benchè nolle dicesse a quello intendimento: fece come Caifas che prefetò non sapendo quello che dicesse; e però ben si verifica la similitudine posta di sopra. Per te; cioè Virgilio, poeta fui; cioè io Stazio, che da te pilliai la poesi, per te; Virgilio ancora, io Stazio fui, cristiano; seguitando Cristo per le parole sopra ditte mosso. Ma perchè veggi me’; cioè mellio, ciò ch’io disegno; acciò che comprendi mellio quello ch’io dico in generale: designare è figurare l’imagine, secondo le lineamenta1 corporali, le quali non danno sì certa notizia come danno le colorazioni; e però adiunge: A colorare stenderò la mano; cioè stenderòmi a dire particularmente lo modo. Et ora incomincia a narrare: Già era ’l mondo tutto quanto pregno; cioè pieno, De la vera credenzia; cioè de la vera fede, seminata; cioè sparta, Per li messaggi de l’eterno regno; cioè per li Apostuli e Discepuli di Cristo, li quali si sparseno per tutto ’l mondo a predicare, secondo che comandò loro Cristo: Ite per universum orbem, et prædicate evangelium omni creaturæ; e però canta la Chiesa: In omnem terram exivit sonus eorum, et in fines orbis terræ verba eorum.— E la parola, tua sopra toccata; cioè Ultima Cumæi ec., Si consonava; cioè s’accordava, ai novi predicanti; cioè a li predicatori Apostuli e Discipuli, che predicavano l’Evangelio e la fede di Cristo. Ond’io; cioè Stazio, a visitarli; cioè a visitare li cristiani santi ch’erano allora, presi usata; cioè presi usanza e consuetudine. Vennemi poi parendo tanto santi; cioè li ditti cristiani, con li quali io conversavo2, Che quando Domizian; cioè lo imperadore Domiziano, al tempo del quale fu Stazio in Roma, li perseguette; cioè li perseguitò: questo Domiziano molti cristiani uccise, come appare nel Martirologio dei santi martiri, Senza mio lagrimar non fur lor pianti: imperò ch’io Stazio ebbi compassione ai loro martìri. E mentre che di là; cioè ne la vita mondana, per me; cioè Stazio, si stette; cioè mentre ch’io vissi, Io li sovvenni; cioè feci loro elimosine, e i lor dritti costumi; cioè dei santi cristiani ch’erano allora, Fer dispregiarmi; cioè feciono me Stazio dispregiare, tutte l’altre sette; cioè di Iudei e di Gentili. E pria ch’io; cioè Stazio, conducesse i Greci ai fiumi Di Tebe; cioè inanti ch’io avesse fatto lo poema mio, infine a la venuta de l’esercito dei sette re di Grecia, che funno nominati; Adrastro re d’Argo,

  1. Lineamenta; plurale di la lineamenta, come la tempia e le tempia. E.
  2. Conversavo; cadenza della prima persona singolare dell’imperfetto, regolare ed usitata come l’altra in a, e che nacque dalla parità di finimento con la prima persona del presente indicativo. E.