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p u r g a t o r i o x x i. |
[v. 16-33] |
che non era ancor morto, parli poeticamente in sì fatta forma, come ditto è di sopra: L’anima sua; cioè di Dante, che è tua e mia sorocchia; dice Virgilio a Stazio: imperò che tutte l’anime umane sono create da Dio di niente, sicchè tutte sono suore; e però Virgilio dice che l’anima di Dante era suore di Stazio e sua, Venendo su; cioè per lo monte del purgatorio, non potea venir sola: imperò che secondo la lettera, convenia ire accompagnata col corpo, e perciò avea bisogno di guida: però che non v’era mai stato, e sensa guida non arebbe saputo come andare dovesse, sì ch’io li fui dato per guida come dirà di sotto; et assegna la cagione: Però ch’al nostro modo non adocchia1; cioè non vede: imperò che l’anima coniunta col corpo, come à altro essere coniunta che separata dal corpo; così à altro modo d’intendere: imperò che separata dal corpo à maggior cognoscimento di Dio e di sè e dell’altre anime e di tutte le cose ingenerate, che non à coniunta; dunque andando per cognoscere l’altre anime, per cognoscere Iddio, bisogno li era guida che liel facesse cognoscere più perfettamente, che per sè medesima non potea cognoscere; e però finge che Virgilio dica ch’elli fusse dato per guida infine a la purgazione di tutti peccati, e poi Beatrice da inde in su. Et allegoricamente dimostra come elli; cioè Dante, andò per li gradi de la penitenzia coll’anima, pensando e trattando di quelli, et anco operando sì in essi corporalmente; ma pur lo trattare d’essi non era se non dell’anima, e però fa menzione dell’anima la quale nelli atti pratichi de la penitenzia era accompagnata col corpo; ma nelli atti teorici e speculativi operava pur l’anima; ma non era sofficente ella per sè a ciò, se la ragione superiore, significata ora per Virgilio, noll’avesse guidata; e nelli atti pratichi la ragione inferiore e pratica, che anco è significata per Virgilio. E però che, secondo la lettera, l’autore finge che Virgilio dica questo, per fare noto a Stazio perch’elli v’era; cioè per guidare Dante infine al paradiso terrestre, e non per andare in paradiso, sicchè per questo si risponde a la dimanda: Se voi siete ombre ec., allegoricamente dà ad intendere che la ragione umana si può estendere a comprendere et intendere per li atti virtuosi de la penitenzia, infine a lo stato de la innocenzia aiutandola sempre la grazia di Dio, sensa la quale niuno bene operare si può; ma, a comprendere esso stato d’innocenzia e la beatitudine dei santi, è bisogno l’aiuto e lo lume de la s. Teologia; e però dice: Ond’io; cioè Virgilio, fui tratto fuor dell’ampia gola D’inferno; questo dice, per fare verisimile la sua fizione, e dèsi intendere secondo la lettera: imperò che ne la prima cantica finse che
- ↑ Questo adocchiare speciale, avverte il Gioberti, è la cognizione metessica propria degli oltramondani. E.