[v. 97-123] |
c o m m e n t o |
483 |
certe cose, non sarebbe venuto in quella miseria; ma la sua avarizia era insaziabile: e così addiviene a molti avari che non mangiano e che non beano, che ogni cosa pare loro oro. Per la qual sempre convien che si rida; per la qual dimanda ingorda sempre che l’omo se ne ricorda, ne ride pensando la stoltia di Mida, che fu sì stolto nel suo dimando. Del folle Acor1; cioè de lo stolto Acor, ciaschedun; di noi, si ricorda; cioè la notte, che non possiamo intendere a la virtù. Questo Acor lo quale, secondo l’ebreo, si chiamò Acan come si contiene ne la Bibbia, Iosuè cap. vii, fu filliuolo di Arin de la tribù di Giuda; et essendo lo popolo d’Israel, passato lo fiume Giordano in terra detta Canam sotto lo guidamento di Iosuè, furoe de le spollie di quelli de Ierico robba assai; cioè pali e moneta et altri adornamenti contra lo comandamento fatto da Iosuè al popolo per parte di Dio. Unde Iddio, corrucciato contra ’l popolo suo, lo lassava sconfiggere ai nimici; per la qual cosa Iosuè si lamentò a Dio, et Iddio li rispose che questo era per lo peccato di Acor. Allora Iosuè fece venire Acor; e, confessato lo fatto2, lo fece allapidare in una valle, che si chiama ancora la valle d’Acor, o vero d’Acan; e lo suo tabernaculo e tutta la robba sua e li filliuoli e le filliuole fece ardere, perchè aveano fatto contra lo comandamento di Dio3, che disse loro Iosuè per parte di Dio: Vos autem cavete, ne de his quæ, præcepta sunt, quippiam contingatis, et sitis prævaricationis rei, et omnia castra Israel sub peccato sint, atque turbentur. Quidquid autem auri, et argenti fuerit, et vasorum æneorum ac ferri, Domino consecretur, repositum in thesauris ejus. E punito questo peccato, fu possa lo populo d’Israel vincitore contra li suoi nimici, come si contiene ne la Bibbia, Iosuè cap. vii; e però dice: Del folle Acor; cioè stolto che fece contra lo comandamento di Dio, furando le spollie guadagnate da’ nimici di Ierico contra lo comandamento di Dio, ciaschedun; cioè di noi, che siamo a purgarci dell’avarizia, si ricorda; biasmandolo, Come furò; cioè lo ditto Acor, le spollie; cioè la robba acquistata dal populo di Dio sopra i nimici, ch’avea comandato Iddio che niente ne toccasseno, sì che l’ira Di Giosuè; lo quale lo fece allapidare, et ardere li filliuoli e tutta la sua robba, qui par che ancor lo morda; cioè in questo luogo del purgatorio: imperò che a quil modo lo riprendiamo noi con zelo, come lo riprese losuè con ira per zelo. Indi accusiam; cioè noi del purgatorio, col marito Saffira; questa fu mollie d’Anania lo quale, convertito a la predica di s. Piero, andò a vendere tutti li suoi beni per presentare li danari a s. Pietro, a ciò
- ↑ Frate Guido da Pisa ne’ Fatti d’Enea r. ii. ne dà la variante «Del folle Acam ancor vi si ricorda». E.
- ↑ C. M. confessato lo furto, lo fece
- ↑ C. M. di Dio, e disse