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468 | p u r g a t o r i o x x. | [v. 16-24] |
verrà per cui questa disceda; cioè quando verrà quil veltro; cioè quella influenzia del cielo, per la quale questa avarizia si cessi del mondo e ritorni ne lo inferno, unde lo Lucifero la cavò e seminò nel mondo per invidia ch’elli ebbe a la umana generazione; e per ciò dimanda l’autore Quando, per mostrare lo grande desiderio ch’elli n’à; imperò che de l’avarizia avea grande dispiacere.
C. XX — v. 16-24. In questi tre ternari lo nostro autore finge come, andando al suo cammino, tra quelli spiriti atterrati uditte esempli incitativi a povertà che caccia l’avarizia, quando viene con volontà de l’omo. E prima pone l’esemplo de la nostra Donna e del nostro signore Gesù Cristo lo quale vuolse nascere e venire in questo mondo poverissimamente, nascendo ne la stalla de le bestie dove la mangiatoia li fu ghieculo, e lo bu’1 e l’asino scaldatori co lo loro fiato; lo quale esemplo dovrebbe ricontraere2 ad amore di povertà ogni uno da l’appetito de le ricchezze, che nasce d’avarizia; e però dice; Noi; cioè Virgilio et io Dante, andavam; per lo luogo ditto di sopra, coi passi lenti e scarsi; imperò che per lo luogo stretto non si potea ampliare, nè spesseggiare lo passo, Et io; cioè Dante, attento; cioè andava, all’ombre ch’io sentia Pietosamente pianger e lagnarsi; le quali si purgavano del peccato de l’avarizia. E per ventura udi’; cioè io Dante dire ad una, o vero da più di quelle anime; Dolce Maria, Dinanzi a noi; cioè a Virgilio et a me Dante, chiamar così nel pianto; ch’elle faceano per purgazione del loro peccato, Come fa donna che in parturir sia; ecco che fa la similitudine propria: imperò che le donne che sono al parturire, per lo dolore e per la pena con voce piangulosa gridano: Dolce Virgine Maria. E seguitar; uditti poi ne le parole: Povera fusti tanto; tu, Virgine Maria, Quanto veder si può per quell’ospizio, cioè per quello albergo, Dove sponesti; cioè parturisti, il tuo portato santo; cioè lo tuo santissimo Filliuolo, che avei portato nel tuo ventre nove mesi, che fu in uno porticale, dove si tenevano le bestie lo di’ del mercato. E benchè questo fusse per accidente, che volse così Iddio per esemplo a noi nascere in luogo strano e forestieri e sì vile; niente di meno la Virgine Maria da sè, benchè fusse di stirpe reale, fu poverissima che non avea pur una casa che fusse sua, come afferma Cristo ne l’Evangelio: Nostræ terræ habent cubilia, volucres cœli habent nidos; filius autem hominis non habet ubi reclinet caput suum. Questo è assai commotivo esemplo contra l’avarizia; e però finge l’autore che quelle anime del purgatorio lo dovesseno a sè ricordare in confusione de la loro avarizia avuta nel mondo. Et allegorica-