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452 | p u r g a t o r i o x i x. | [v. 76-87] |
dimandasse quelli spiriti de la via, e come a ciò fu risposto; ne la seconda come, presa licenzia da Virgilio, l’autore andò a parlamentare con una di loro, et incomincia quive: Poi ch’io potei ec.; ne la tersa finge come quell’anima li rispuose, et incomincia quive: Et elli a me ec.; ne la quarta finge come quell’anima dichiara lo peccato, che quive si purga et in che modo, et incomincia quive: Quel ch’avarizia ec.; ne la quinta parte l’autore dichiara come di là1 non durano le dignità temporali del mondo, et incomincia quive: Io m’era inginocchiato ec.; ne la sesta finge come quell’anima lo licenzia, et incomincia quive: Vattene omai ec. Divisa adunqua la lezione, ora è da vedere lo testo coll’allegorica esposizione e litterale e morale.
C. XIX — v. 76-87. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come Virgilio dimandò li spiriti, che trovonno, de la via; e come risposto li fu, dicendo così: O eletti da Dio: bene si conviene questo aditto2; cioè all’anime del purgatorio: però che sono in stato di grazia, e però sono eletti da Dio; e però dice l’Apostulo: Multi sunt vocati; pauci vero electi: imperò che ogni uno è chiamato a vita eterna; ma solo li beati sono eletti da Dio, li cui soffriri; cioè li martìri e le pene dei quali, che l’autore chiama soffriri da sofferire: imperò che con pazienzia si portano, E speranza e giustizia fan men duri; cioè meno vi sono faticose e dure le pene, che sostenete per la speransa che avete de la vita beata: imperò che giustizia è costante e perpetua volontà dell’animo, dante a ciascheduno la sua ragione; et è speransa, come dice Papia, speransa è espettazione dei beni che denno venire, la quale manifesta affetto d’umilità et ossequio di continua servitù; e pertanto l’anima, che è in stato di grazia, desidera per amore di iustizia la pena condegna al suo peccato, e per l’amore che avete a la giustizia, la quale richiede, a purgare lo peccato, condegna pena, Drizzate noi; cioè insegnateci, dirissandoci a la via unde si sallie in alto, verso li alti salliri; cioè alti montamenti. Se voi venite dal giacer sicuri; ecco la risposta, che finge facesse una di quelle anime che addimandate funno; cioè se voi venite per montare, e non per stare qui a giacere con noi, per purgare lo peccato de la avarizia, E volete trovar la via più tosto; cioè e volete più accortamente montare suso, Le vostre destre sian sempre di furi; cioè andate sempre co la mano ritta in verso l’aperto del giro, e non in verso la parete del monte; e questo era necessario, andando in verso mano diritta. Cosi pregò ’l Poeta; cioè Virgilio, come detto fu di sopra, e sì risposto Poco dinanzi a noi ne fu; cioè di quinde risposto fu a noi, come ditto fu di sopra, perch’io; cioè per la qual