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p u r g a t o r i o x i x. |
[v. 1-15] |
potrebbe dire che insogno fusse una parte e non due, e che l‘autore chiami questo insogno, perchè prima n’ebbe pensamento, come appare di sopra, e puòsi intendere che siano due parti; la quale cosa è più vera, volendo dire che questo fusse sogno, perchè chiaramente non mostrava lo sogno quello che significava; e descrive lo sogno suo, dicendo: una femina balba; ecco che dimostra che li apparisse una femina che avea queste cinque condizioni; prima che era balba: imperò che non potea espeditamente parlare, Nelli occhi guercia; ecco la seconda condizione, che non potea guardare diritto, e sovra ’l piè distorta; ecco la tersa condizione, ch’era sciancata, Co le man monche; ecco la quarta condizione, ch’era monca; cioè1 contratta et inoperabile le mani, e di colore scialba; ecco la quinta condizione, ch’era pallida. Questa femina descritta, così imperfetta, significa la falsa felicità mondana, la quale li omini pognano in cinque particulari beni; cioè in ricchesse, signorie, onori, fama2 e diletti carnali, li quali sono tutti imperfetti e fallaci; sicchè, come dice Boezio nel terzo libro de la Filosofica Consolazione, per tutto quello libro come appare a chi lo legge, e ne la prosa seconda dice: Atque hæc sunt, quae adipisci homines volunt; eaque de causa divitias, dignitates, regna, gloriam, voluptatesque desiderante qui per hæc sibi suffìcientiam, reverentiam, potentiam, celebritatem, laetitiam credunt3 esse venturam. E però finge che la lingua sia balba, per mostrar l’imperfezione de la fama che sta ne la lingua; sia guercia, per mostrare la imperfezione delli onori che stanno ne la fronte e ne li occhi, come dice Virgilio nel primo de la sua Eneide: Restitit Æneas, claraque in luce refulsit, Os, humerosque Deo similis: namque ipsa decoram Cæsariem nato genitrix, lumenque iuventæ Purpureum, et lætos oculis afflarat4 honores — ; sia sciancata, per mostrar la imperfezione de le ricchezze, in su le quali li omini si fermano, come lo corpo in su piedi; sia monca, per mostrare la imperfezione de le signorie che stanno nell’opere significate per le mani; sia pallida, per mostrare la imperfezione dei diletti carnali, che stanno in apparenzia come ’l colore. E però finge che li apparisse in sogno: imperò che intendea a trattare ingiummai dell’amore immoderato inverso lo bene imperfetto e falso, lo quale o va ad esso pur col desiderio, et allora si cagiona l’avarizia; o va ad esso col desiderio e coll’opera, e se così va o seguita l’amore lo diletto pur del sentimento del gusto, et allora si cagiona la gola; o del sentimento del tatto, et allora si cagiona la lussuria. De’ quali tre peccati à a trattare l’autore ingiummai; prima, de la avarizia, che si stende a tutti questi beni imper-
- ↑ C. M. cioè attratta et inoperabile delle mani, e di colore
- ↑ C. M. fama, carnalità, li quali
- ↑ putant esse
- ↑ afflaret