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c a n t o   x i x. 439

76O eletti da Dio, li cui soffriri1
     E speranza e giustizia fan men duri,2
     Drizzate noi verso li alti salliri.13
79Se voi venite dal giacer sicuri,
     E volete trovar la via più tosto,
     Le vostre destre sian sempre di furi.
82Così pregò ’l Poeta, e sì risposto
     Poco dinanzi a noi ne fu; perch’io
     Nel parlar avvisai l’altro nascosto,
85E volsi li occhi alli occhi al Signor mio;
     Ond’elli m’assentì col lieto cenno
     Ciò che chiedea la vista del disio.
88Poi ch’io potei di me far a mio senno,
     Trassimi sovra quella creatura,
     Le cui parole pria notar mi fenno,
91Dicendo: Spirto, in cui pianger matura
     Quel senza il qual a Dio tornar non possi,4
     Sosta un pogo per me tua maggior cura.5
94Chi fosti, e perchè volti avete i dossi
     Al su nudi; e se vuoi ch’io t’impetri6
     Cosa di là, ond’io vivendo mossi.
97Et elli a me: Perchè i nostri deretri
     A sè rivolga ’l Ciel, saprai; ma prima7
     Scias quod ego fui successor Petri.
100Intra Siestri e Chiavari s’adima
     una fiumana bella, e del suo nome8
     Lo titol del mio sangue fa sua cima.9

  1. 1,0 1,1 vv. 76, 78, Soffriri, salliri. L’infinito in vece del nome sustantivo adoperano i Classici nostrali, seguendo l’esempio de’ Greci e de’ Latini. E.
  2. v. 77. C. A. giustizia e speranza
  3. v. 78. C. M. C. A. saliri.
  4. v. 92. C. A. puossi,
  5. v. 93. C. A. per te tua
  6. v. 95. C. A. Al su, mi dì,
  7. v. 98. C. A. Rivolgi il Ciel a sè saprai; e prima
  8. v. 101 C. M. fiumara
  9. v. 102. C. A. tien la cima.