22Io volsi Ulisse del suo cammin vago
Al canto mio; e qual meco s’ausa
Rado sen parte: sì in tutto l’appago.1
25Ancor non era sua bocca richiusa,
Quando una donna apparve santa e presta
Lunghesso me, per far colei confusa.2
28O Virgilio, o Virgilio, chi è questa?
Fieramente dicea; et ei venia
Colli occhi fitti pur in quella onesta.
31L’altra prendea, e dinanzi l’apria,
Fendendo i drappi, e mostrandomi ’l ventre;
Quel mi svelliò col puzzo che n’uscia.
34Io volsi li occhi; e il mio Maestro: Almen tre3
Voci t’ò messe, e dicea: Surge e vieni,45
Troviam la porta per la qual tu entre.
37Su mi levai, e tutti eran già pieni
Dell’alto di’ i giron del santo monte,6
Et andavam col Sol nuovo a le reni.
40Seguendo lui, portava la mia fronte
Come colui che l’à di pensier carca,
Che fa di sè un mezzo arco di ponte;
43Quando io udi’: Venite, qui si varca;
Parlando in modo suave e benigno,78
Qual non si sente in questa mortal marca.
46Coll’ali aperte che parean di cigno,
Volseci in su colui che sì parlòne,9
Tra du pareti del duro macigno.
- ↑ v. 24. C. A. sì tutto
- ↑ v. 27. C. A. Appresso me,
- ↑ v. 34. C. A. e il buon Maestro
- ↑ v. 35. C. M. l’ò messo,
- ↑ v. 35. C. A. Surgi e
- ↑ v. 38. del sacro monte,
- ↑ v. 44. C. M. soave
- ↑ v. 44. C. A. Parlare in
- ↑ v. 47. C. A. sì parlonne,