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[v. 97-105] | c o m m e n t o | 429 |
queste anime si purgavano del peccato dell’accidia, correndo continuamente su per lo balso in giro sensa avere riposo; e che due vadino inanti, commendando la solicitudine, e due di rieto biasmando l’accidia con esempli che adduceano li primi pro, e li ultimi contra; et andavano piangendo e tutti andavano gridando che ’l tempo non si perda; ma la sollicitudine acquisti grazia, Queste pene convenienti sono, secondo1 la grazia, a purgare lo peccato dell’accidia: imperò che accidia è tristizia, o vero rincrescimento, o vero lentezza in desiderare et acquistare lo sommo bene; e di questa fu ditto a sufficenzia ne la prima cantica. Ben si conviene per ristoro che chi è stato lento in operare lo bene, volendo ristorare corra; e che gridi contra ’l vizio suo, biasmandolo; e che pianga per lo suo peccato, avendone debita contrizione; e che consideri li beni che àe già fatto la sollicitudine del bene operare, e li mali che àe indutto la lentessa, notando li esempli de la Santa Scrittura e de li autori, come finge l’autore nel testo. E queste medesme pene allegoricamente si convegnano a quelli del mondo, che sono in stato di penitenzia, volendo sodisfare per lo ditto peccato, dei quali l’autore intende: chè di quelli del purgatorio parla come poeta, fingendo; e di questi del mondo parla come maestro, insegnando.
C. XVIII — v. 97-105. In questi tre ternari lo nostro autore finge che quella turba, iunta a loro, avesse du’ inanti che diceano esempli di solicitudine al ben fare: imperò che, ritraendosi da l’accidia et inducendosi a la solicitudine, si purga lo peccato dell’accidia; e però dice: Tosto fur sovra noi; cioè le ditte anime, che si purgavano del peccato dell’accidia, tosto2 adiunseno noi; et assegna la cagione: perchè correndo, Si movea tutta quella turba magna: questa è sufficente cagione che s’elli correano, e Dante e Virgilio non andavano; ma stavano, tosto doveano iunger sovra di loro. E du’ dinanzi gridavan piangendo; ecco che finge che du’ inanti andasseno gridando con pianto esempli di solicitudine; cioè: Maria corse con fretta a la montagna; questo è l’esemplo de la Virgine Maria, madre del nostro signore Gesù Cristo, la quale ammonita dall’angiulo che dovesse fuggire col suo filliuolo in Egitto, perchè Erode cercava d’ucciderlo, subitamente sensa alcuno indugio montò in su l’asino col fanciullo in collo, e Giosef l’accompagnò, et andonno in verso li monti d’Egitto e passonno di là, sicchè uccidendo Erode l’infanti da du’ anni in giù per uccidere Cristo, nolli venne fatto per la solicitudine de la Vergine Maria; e questo è esemplo, che a ben fare non si dè dare indugio. E Cesari, per suggiugar Ilerda; ecco che