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[v. 49-66] | c o m m e n t o | 423 |
muove in atto, quando l’apprensiva li presenta cosa piacevile, E l’anima non va con altro piede; cioè co l’amore: imperò che l’anima va, secondo che l’affezione la porta. Se dritta o torta va; l’anima, non è suo merto: però che va com’ella è mossa; dunqua bene operare non acquista merito, e male operare non acquista demerito. E mosso lo dubbio, finge l’autore che Virgilio prometta la risposta a la ragione possibile, e nel rimanente lo rimanda a Beatrice. Et elli a me; cioè e Virgilio rispuose a me Dante: Quanto ragion qui vede Dir ti poss’io; cioè io ti posso aprire la verità, quanto la ragione umana comprende, che non vasta a solvere questo dubbio; e però dice: da indi in là; cioè da la ragione umana in su, t’aspetta Pur a Beatrice; cioè a la santa Teologia: ch’è opra di fede; cioè imperò che s’appartiene a la fede catolica: imperò che la ragione umana non apprende, se non le cose sensibili e le intellettuali, secondo le sensibili; ma la Teologia insegna le cose spirituali che s’apprendeno per fede, non per ragione.
C. XVIII — v. 49-66. In questi sei ternari lo nostro autore finge come Virgilio solve lo dubbio proposto di sopra, secondo ragione, dicendo così: Ogni forma sustanzial; cioè ogni anima: imperò che l’anima è forma sustanzial de l’omo, l’omo è composto d’anima e di corpo, l’anima è forma; lo corpo è materia dell’omo, la forma è quella1 che dà essere a la cosa; la materia è quella de la quale con alcuna cosa; cioè co la forma, si fa alcuna cosa, che setta; cioè la quale forma sustanzial divisa, È da materia; cioè che à essere separata da la sua materia: l’anima umana separata dal corpo à essere, et unita col corpo à essere, benchè altro essere sia l’uno, et altro sia l’altro, che non è nell’anime delli animali bruti, le quali non ànno essere separate dal corpo; e però dice che l’anima umana è pura forma: imperò ch’ella è divisa da materia; et adiunge: et è con lei; cioè co la materia, unita; cioè coniunta, sì come è mentre che sta nel corpo, Specifica virtù à in sè colletta; cioè à una potenzia differente da tutte l’altre specie, la quale costituisce la sua specie e falla differente dall’altre. La qual; cioè potenzia, senza operar non è sentita; cioè non appare e non si manifesta, se non per l’effetto; e però seguita: Nè sè dimostra; cioè essa potenzia, ma che per effetto; cioè se non per effetto; e pone lo esemplo: Come per verde fronde in pianta vita; cioè come si cognosce la pianta essere viva, quando si vedeno le frondi verdi; così per li suoi effetti si cognosce la virtù specifica de la forma sustanziale. Però; ecco che conchiude una proposizione; cioè che l’omo non sa unde vegna lo intelletto de le prime notizie; cioè de la generalità, e l’affetto;
- ↑ Corretto col Magliab. da — che dà — infino — de la quale. E.