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àe l’animo umano naturalmente, Tosto che dal piacer in atto è desto; qui dimostra che questa naturale potenzia d’amare stassi cheta nell’animo e non si produce in atto, se non provocata dal piacere: imperò che quando l’apprensiva, mossa da li sentimenti, ministra alcuna cosa all’anima, o ella li piace o ella li dispiace: se li dispiace, muovesi l’animo ad odiarla; se li piace, incontenente si muove ad amarla. Vostra apprensiva; cioè la potenzia apprensiva umana: questa apprensiva è una in tutte le potenzie dell’anima intellettiva, benchè per altro modo si mostri in uno atto et in uno altro: imperò che sua apprensiva è la ragione, sua apprensiva à l’ira, sua apprensiva à la concupiscenzia, e così ciascuno sentimento à la sua apprensiva1 ec.; ma ell’è una, e per li diversi atti è differente; imperò che altra apprensiva è l’una, et altra è l’altra; cioè che per altro modo apprende l’una, e per altro modo apprende l’altra. Questa apprensiva è quella de la volontà e concupiscibilità, de la quale parla l’autore ora, la quale pillia de l’apprensiva del senso comune, e quella pillia da l’apprensiva dei sensi particulari, e pillia l’apprensiva de la volontà intenzione da le cose, che sono bene o che paiano; e qui intenzione s’intende movimento, secondo che le trova o buone o rie si muove o con piacimento, o con dispiacimento; qui s’intende che da le cose buone, o che paiano, si muova con piacimento; e da le rie, o che paiano, con dispiacimento. Tragge intenzione; cioè pillia ad intendere, cioè muovimento, da esser verace; cioè da quelle cose che veramente sono buone o paiano: imperò che a le cose rie non può intendere, se non è ingannata apprendendole per buone: imperò che come apprende la cosa ria, incontenente la rifiuta; e come apprende la cosa buona, v’intende; e però dice: e dentro a lui; cioè all’animo, la spiega; cioè liela manifesta e ponliela inanti, Sì che l’animo ad essa; cioè cosa posta inanti, volger face; cioè a considerarla. E se rivolto; cioè l’animo umano, in ver di lei si piega; cioè s’inchinò in verso la cosa postali inanti, sicchè ne pilli piacimento e questo è piegare; cioè pilliamo piacimento de la cosa appresa, Quel piegar è amor; cioè quella inclinazione, che fa l’animo in pilliar piacimento de la cosa appresa: e però dice santo Agostino: Quod amor est inhians habere quod amat cupiditas — , quell’è natura; cioè quil piegare è naturale. Che per piacer di nuovo in voi si lega: imperò che si fa una colligazione dell’animo a la cosa che piace, de la quale nasce la concupiscenzia; e lo desiderio fassi di nuovo, perchè prima non era. Poi come il foco muovesi in altura; cioè2 dimostra per similitudine lo movimento dell’animo ch’è preso dal piacere de la cosa obietta, per3 la

  1. C. M. la sua apprensiva, e ’l senso comune à la sua apprensiva ec.; ma
  2. C. M. Ora dimostra
  3. C. M. per lo quale