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c a n t o    xviii. 413

52La qual senza operar non è sentita,
     Nè sè dimostra, ma che per effetto,1
     Come per verde fronde in pianta vita.2
55Però, là onde vegna lo intelletto
     De le prime notizie, omo non sape,
     E del Primo Appetibile l’affetto;3
58Che sono in voi, sì come studio in ape4
     Di far lo mele; e questa prima vollia
     Merlo di lode e di biasmo non cape.
61E perchè a questa ogni altra si raccollia,
     Innata v’è la virtù che consillia,
     Che de l’assenso dè tener la sollia.5
64Questo è il principio, laonde si pillia
     Ragion di meritare in voi, segondo
     Che i buoni e i rei amor accollie e villia.6
67Color che ragionando andaro al fondo.
     S’accorsen d’esta innata libertate:
     Però moralità lassaro al mondo.
70Onde pognam che di necessitate
     Surga ogni amor che dentro a voi s’accende,
     Di ritenerlo è in voi la potestate.
73La nobile virtù Beatrice intende
     Per lo libero arbitrio, e però guarda
     Che l’abbi a mente, se a parlar ti prende.
76La Luna quasi a terza notte tarda
     Facea le stelle a noi parer più rade,
     Fatta come un secchion che tuttor arda.7

  1. v. 53. C. A. Nè si dimostra mai che
  2. v. 54. C. A. verdi frondi
  3. v. 57. C. A. Primi Appetibili
  4. v. 58. C. A. Ch’è solo in noi,
  5. v. 63. C. A. E dell’assenso di tener
  6. v. 66. C. A. Che buoni e rei amori
  7. v. 78. C. A. che tututto arda.