22Vostra apprensiva da esser verace
Tragge intenzione, e dentro a lui la spiega,1
Sì che l’animo ad essa volger face;
25E se rivolto in ver di lei si piega,
Quel piegar è amor, quell’è natura,
Che per piacer di nuovo in voi si lega.
28Poi come il foco muovesi in altura,
Per la sua forma ch’è nato a salire
Là dove più in sua materia dura;
31Così l’animo preso entra in disire:
Chè moto spirital giammai non posa,2
Fin che la cosa amata il fa gioire.
34Or ti puote apparer quanto è nascosa3
La verità a la gente, che avvera
Ciascun amor in sè laudabil cosa:
37Però che forse appar la sua matera
Sempre esser buona; ma non ciascun segno4
È buono, ancor che buona sia la cera.
40Le tuoe parole e ’l mio seguace ingegno,
Rispuosi lui, m’ànno amor discoverto;
Ma ciò m’à fatto di dubbiar più pregno:
43Chè s’amor è di fuori a noi offerto,
E l’anima non va con altro piede,
Se dritta o torta va, non è suo merto.
46Et elli a me: Quanto ragion qui vede
Dir ti poss’io; da indi in là t’aspetta
Pur a Beatrice: ch’è opra di fede.
49Ogni forma sustanzial, che setta
È da materia, et è con lei unita,
Specifica virtù à in sè colletta,5
- ↑ v. 23. C. A a voi la
- ↑ v. 32. C. A. Che è moto spirital e mai non
- ↑ v. 34. C. A. apparir
- ↑ v. 38. C. M. esser vera;
- ↑ v. 51. C. A. virtude