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p u r g a t o r i o |
[v. 133-139] |
fa al proposito, e questo è l’amor disordinato de le cose mondane, Di sovra noi si piange per tre cerchi; cioè si purga ne’ tre gironi li quali sono a montare; cioè nel primo l’avarizia ch’è inverso li beni de la fortuna; nel secondo la gola ch’è inverso li diletti del gusto; nel terso et ultimo la lussuria ch’è inverso le cose dilettevili, massimamente carnali. Ma come tripartito si ragiona; cioè ma come sia diviso in tre spezie, Tacciolo; io Virgilio, acciò che tu; cioè Dante, per te ne cerchi; cioè per la tua sensualità lo consideri e dividilo. Bene dice l’autore, fingendo che Virgilio dica così: imperò che ’l bene perfetto e sommo non è sensibile; ma intelligibile, e però Virgilio, che significa la ragione, l’àe dichiarato che la sensualità non n’aggiungea1; ma questo bene imperfetto è bene sensibile, et a questo bene adiunge la sensualità, e però àe finto che Virgilio lo taccia acciò che la sensualità lo consideri e dividalo. E però volendolo dividere si dè dividere così: lo bene imperfetto sensibile o elli è tale che muove tutti li sentimenti, o è tale che ne muove pur uno. Se è lo primo, o è in desiderio tanto, o è in operazione e desiderio. Se è pure in desiderio, et a quello si stenda l’amor disordinato, allora cagiona l’avarizia; s’elli è in desiderio et operazione, et a quello intende l’amor disordinato, allora cagiona la lussuria; s’elli è lo secondo è tale che muove pur uno senso tanto; cioè lo gusto, et a quello si stende l’amor disordinato o con desiderio o con opera, o con l’uno e l’altro insieme; allora cagiona la gola. E perchè in più modi non si può dividere, non sono più; e perchè l’avarizia muove tutti li sentimenti e sta nel desiderio e non seguita bene niuno, però la puose l’autore di sotto a la gola et a la lussuria2; perchè per la gola non seguita tanto bene, quanto per la lussuria: imperò che non ne seguita se non lo conservamento del proprio subietto, però la puose di sotto a la lussuria; e perchè per la lussuria seguita lo conservamento de l’umana specie, ch’è maggior bene che d’uno individuo, però la puose di sopra a tutti. Potrebbesi anco pilliare questa divisione in questa forma; lo bene imperfetto, in che può intendere l’amore disordinatamente, o è utile o è dilettevile: se è utile, quinde si cagiona l’avarizia; se è dilettevile, o è pure dilettevile ad uno sentimento o a più; se pur ad uno; cioè al gusto, è la gola; se a più, è la lussuria. E questo s’intende quando lo detto bene s’ama con più cura che non dè; ma quando s’ama con meno cura che non si dè, sono altri peccati dei quali non s’intende ora dall’autore di dimostrare quive, perchè non sono a suo proposito; et anco possano essere sotto queste specie, come appare de la prodigalità ch’è sotto l’ avarizia. E qui finisce il canto xvii, et incomincia lo canto xviii.
- ↑ C. M. non v’aggiungea
- ↑ C. M. lussuria; e perchè