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simile a quello de la talpa; e del trapassamento dei raggi del Sole molto debile ne la nebbia, dice ch’elli imagini che così era l’autore prima stato ne la nebbia, e poi tale presso a la uscita a rivedere lo Sole; e però dice: E sia la tua imagine; cioè la tua imaginazione: e qui imaginazione s’intende per l’imaginativa potenzia, ch’è1 ne la fantasia del capo: però che quella potenzia àe a componere, dividere et assimilare2 che non fa la prima imaginativa, che tiene l’appreso in assenzia de l’appreso: imperò che tiene le figure: queste potenzia sono sì subordinate, che dell’una si viene all’altra, leggiera: cioè agevile e non profonda, In giungere; queste similitudini da te a me, o giungere; me a te ne le sudette due cose, a veder, cioè per veder, com’io; cioè Dante, rividi Lo Sol in pria: cioè inansi ch’io uscisse fuora al tutto de la nebbia, che; cioè lo quale Sole, già nel corcar era; cioè già era all’occaso; e così dimostra che già fusse presso finito quil di’. ; cioè per sì fatto modo, come ditto è; cioè prima con poco vedere o nulla, e poi con poco vedere dei raggi del Sole, pareggiando i miei; cioè passi, coi passi fidi; cioè fidati, Del mio Maestro; cioè di Virgilio, andando parimente a lui, come di sopra àe ditto che per quella nebbia andava co la mano in su la spalla di Virgilio, come va lo cieco a la guida3, usci’ fuor di tal nube; cioè io Dante, Ai raggi; cioè del Sole, morti; cioè incominciati a venire meno, già ne’ bassi lidi; cioè ne le basse piaggie del mare: imperò che ’l Sole pare, quando si leva, uscire su dal mare, e quando descende andare giuso dal4 mare; e ponsi qui lidi per termini: imperò che la piaggia è termine del mare, e però bassi lidi; cioè bassi termini del mare, di sotto ai quali non può vedere la nostra vista, perchè v’è l’orizonte5 terminativo dell’emisperio di quelli di sotto, dove finge l’autore che allora fusse. Che Virgilio guidasse l’autore per quella nebbia fu sposto di sopra; ma che ora sia ritornato ai raggi del Sole, significa che, purgato del peccato dell’ira, co la satisfazione dell’opera s’apparecchiava co la grazia di Dio a montare a purgarsi delli altri; o vero essente presso che a la fine del trattato de la purgazione dell’ira, de la quale anco avea a dire un poco, come apparrà di sotto, s’apparecchiava a trattare de la seguente materia.

C. XVII — v. 13-24. in questi quattro ternari lo nostro autore, fingendo ch’elli avesse una forte immaginazione, pone un’ammirativa esclamazione in verso l’imaginativa potenzia, volendo investigare chi la muova, dicendo così: O; questo avverbio O sta in questo

  1. C. M. che è nella sommità del capo:
  2. C. M. assimilliare
  3. C. M. a la guida, che conviene che così muti lo passo lo cieco, come la guida, usci’
  4. C. M. del mare
  5. C. M. l’oriente