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46Io mi volgea per veder dov’io fosse,
     Quando una voce disse: Qui si monta,
     Che da ogni altro intento mi rimosse;
49E fece la mia vollia tanto pronta
     Di ragguardar chi era che parlava,
     Che mai non posa, se non si raffronta.
52Ma come al Sol, che nostra vista grava,
     E per soverchio sua figura vela;
     Così la mia virtù quivi mancava.
55Questo è diritto spirito, che ne la1
     Via d’ire in su ne drizza senza prego,2
     E col suo lume sè medesmo cela.
58Sì fa con noi, come l’om si fa sego;3
     Che qual aspetta prego, e l’uopo vede,
     Malignamente già si mette al nego.
61Or accordiamo a tanto invito il piede;
     Procacciam di salir pria che s’abbui:
     Chè poi non si poria, se il di’ non riede.4
64Così disse il mio Duca; et io con lui
     Volgemmo i nostri passi ad una scala;
     E tosto ch’io al primo grado fui,
67Senti’mi presso quasi un muover d’ala,5
     E ventarmi nel viso, e dir: Beati
     Pacifici, che son senza ira mala.
70Già eran sovra noi tanto levati6
     Li ultimi raggi che la notte segue,
     Che le stelle apparivan da più lati.7

  1. v. 55. C. A. è divino
  2. v. 56. C. A. da ir su ne
  3. v. 58. Sego; seco, per la facilità dello scambio di queste due consonanti, come amigo, pogo, per amico, poco. E.
  4. v. 63. C. A. se il sol non riede.
  5. v. 67. C. A. Sentiimi
  6. v. 70. C. A. montati
  7. v. 72. C. A. apparien da più de’ lati.