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[v. 97-105] | c o m m e n t o | 379 |
che sono posti sopra li altri; ma almeno avesseno lo intelletto loro disposto in verso la iustizia; e così si dimostra per l’autore introducente Marco a parlare che la cagione, che ’l mondo è corrotto, sono li omini.
C. XVI — v. 97-105. In questi tre ternari lo nostro autore, poi che à finto come Marco di sopra àe mostrato per ragione che necessario fu trovare le leggi, et avere chi governasse secondo le leggi, dimostra qui la conclusione; cioè che, perchè non si trova chi governi lo mondo, secondo iustizia, come comandano le leggi, però sono li omini riei e lo mondo corrotto, dicendo: Le leggi son: imperò scritte sono le leggi divine et umane, e la legge naturale è scritta nel cuore di ciascuno; ma non c’è nel mondo chi guidi secondo queste leggi: imperò che la legge naturale dè avere per sua guida la ragione, e la concupiscenzia la stroppia e non la lassa guidare. E le divine leggi denno avere per guida li pastori de la Chiesa, et elli l’abbandonano; e l’umano debeno avere per guida li signori temporali, et elli similmente l’abbandonano; e così ogni uno fa male, non essendo ben guidato; e però dice: ma chi pon mano ad esse; cioè leggi; cioè qual omo, qual signore spirituale o temporale opera secondo le leggi? Poner mano al freno è operare lo freno, addirissare lo cavallo ad andare come dè; ma nessuno cavalcatore dirissò mai bene lo cavallo, se prima non dirissa la intenzione sua del cavalcare; e così nessuno signore dirissa mai li sotto posti, se prima non dirissa sè; e però lo nostro vero maestro Gesù Cristo primo incepit facere, quam docere, e così dovrebbe fare ogni signore. E perchè non si trova chi questo faccia, però risponde: Nullo; s’intende, pone mano ad esse leggi; et assegna la cagione, perchè à ditto Nullo, dicendo: però che il pastor; cioè lo papa e ’l vescovo et ogni signore, che precede; cioè che va inanti, come guida: imperò che ogni signore o spirituale, o temporale è posto per guida, sicchè ogni uno precede, Ruminar può; cioè può rugumare, come la pecora e ’l bu’ e li altri animali che ànno l’unghie fesse: li animali1 che ànno l’unghie fesse, non però tutti rugumano; ma niuno ruguma che non abbia l’unghie fesse, et è rugumare rifrangere lo cibo prima preso. Àe ordinato la natura a sì fatti animali che la canna da lo2 stomaco àe due vie, e così lo stomaco du’ luoghi; per l’una via va l’erba quando la strappa e mandala giù nel luogo de lo stomaco deputato a ciò; e quando si sta poi, ritorna lo cibo preso suso in bocca e rifrangelo da capo e mandalo per l’altra via al luogo del nutrimento. E dèsi notare in questa parte che l’autore usa qui questa figura; nella legge di