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c o m m e n t o |
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omini, che vivete nel mondo, fora destrutto Libero arbitrio: imperò che se fussemo necessitati da le influenzie del cielo, non aremmo libero arbitrio, e se così fusse segutirebbe che noi non meritassemo, nè demeritassemo; e così serebbe in iustizia meritare li buoni e punire li riei; e però dice: e non fora giustizia Per ben letizia, e per male aver lutto; cioè pianto e pena, di chi1 è cagione lo tormento e cessata via questa falsa opinione, adiunge la vera sentenzia sopra questa dubitazione, dicendo: Lo Ciel i vostri movimenti; cioè di voi omini, che siete nel mondo, inizia2; cioè incomincia. Qui è da notare che li nostri movimenti o sono corporali tanto, o animali tanto, o meschiati; corporali tanto, cioè moversi a mangiare per fame; spirituale3 o vero animali tanto, moversi ad intendere la verità; meschiati sono muoversi a mangiare per fame e per diletto. Li corporali movimenti cagionano li cieli, et anco in parte li meschiati; ma li animali alcuni immediatamente sono cagionati da Dio, come lo movimento di dimandare la grazia di Dio et a le virtù teologiche, et alcuni da Dio mediatamente; cioè per mezzo dei cieli e de le seconde cagioni, come lo movimento a le virtù politiche; ma lo movimento al vizio è cagionato da la natura corrotta. E però l’autore parla come seguita, correggendo lo suo ditto; ma secondo li Astrologi lo cielo cagiona tutti li nostri movimenti; e però parlando come astrologo dice tutti, e poi come teologo corregge lo suo ditto; cioè Non dico tutti; li vostri movimenti di voi omini che vivete, e così corregge lo ditto di prima; cioè che ’l cielo incomincia li nostri movimenti; ma non tutti, ma, posto; cioè conceduto, ch’io ’l dica; che nol dico però, Lume v’è dato; cioè a voi omini; cioè lo intelletto, lo quale è dato immediatamente da Dio, a bene et a milizia: imperò che naturalmente l’omo à la discrezione del bene e del male, E libero voler: cioè la volontà libera, che s’affatica Ne le prime battallie, cioè a combattere coi primi movimenti, col Ciel dura; cioè è sofficente a resistere ai movimenti celesti che vegnano da le influenzie, che benchè non siano in nostra podestà, la resistenzia è pure in nostra podestà; e così pur secondo la sentenzia de li Astrologi noi siamo incitati; ma non necessitati e siamo abili a resistere, e non che a resistere; ma a vincere; e però dice: Poi vince tutto; cioè ogni incitazione, se ben si notrica; cioè se l’omo s’alleva addottrinato et adusato a le virtù e buoni costumi: però che si dice: Sapiens dominabitur astris. E corretta la falsa opinione de li Astrologi, e mostrato come può essere
- ↑ Chi, adoperato come relativo, non è nuovo presso i nostri Classici. E.
- ↑ Il Segni nella Dichiarazione all’Etica d’Aristotile, riportando questi versi di Dante, ragiona come «gl’influssi celesti e le stelle non possono forzare la volontà, che è incorporea ed è libera fatta da Dio, sebbene e’ la possono inclinare». E.
- ↑ C. M. spirituali