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la croce, per liberare noi dal peccato; et ecco che manifesta come dicendo: Pur Agnus Dei eran le loro esordia: imperò che cantavano li tre Agnus Dei che si cantano a la messa; cioè Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, miserere nobis. Agnus Dei, qui tollis peccata mundi, dona nobis pacem; sicchè li due primi dimandano misericordia, e lo terzo pace. Una parola in tutti era et un modo: imperò che tutti cantavano quello che ditto è, et ad uno modo, Sì che parea tra essi ogni concordia: imperò che tra loro era perfetta carità, sicchè non si poteano se non accordare, Quei sono spiriti, Maestro, ch’io odo? Dimanda Dante Virgilio, se quelli ch’elli ode così sono spiriti; e però dice: Diss’io; cioè io Dante a Virgilio, et elli; cioè Virgilio, a me: disse, s’intende: Tu; cioè Dante, vero apprendi; cioè che elli sono spiriti, E d’iracundia van solvendo il nodo; cioè vannosi purgando del peccato dell’ira: ira et iracundia una medesima cosa significa.
C. XVI — v. 25-36. In questi quattro ternari finge lo nostro autore che, quando parlava così con Virgilio, come ditto fu di sopra, uno di quelli spiriti vedendolo1, incominciò a parlare a lui, dicendo: Or tu chi se’; dice quello spirito a Dante, che ’l nostro fummo; nel quale noi ci purghiamo, fendi; andando tra esso, E di noi parli, cioè tu, che vai, pur, come se tue Partissi ancor lo tempo per calendi; cioè come tu fussi ancora vivo? Chi vive nel mondo divide lo tempo per anni, per mesi, per settimane, per di’, per ore, e punti, e minuti; chi è passato di questa vita non sente discorso di tempo, e però quelli de lo inferno, nè del purgatorio, nè del paradiso ànno discorso di tempo; e però àe detto come partissi lo tempo per calendi; cioè per mesi che ànno lo primo di’ che si chiama calendo e dal calende del mese si denominano nel calendario li di’ del mese che va inanti, poichè sono dinominati di po’ ’l calende li di’ che si nominano da nonas in qual mese 6, et in qual 4; e poi li 8 di’ che si nominano da idus come appare nel ditto libro; lo quale modo trovonno li Romani, per potere publicare li mercati che si facevano, e le fiere sì che li ladroni nol sapesseno, e questo modo soleano servare li notari pisani ne’ loro atti, come appare a chi n’è pratico. Così per una voce ditto fue; a me Dante, come detto è di sopra, Unde ’l Maestro mio disse; cioè Virgilio a me Dante: Rispondi; tu, Dante, al dimando suo, E dimanda; cioè tu lui, se quinci si va sue; al quarto girone. Et io; cioè Dante dissi: O creatura, che ti mondi; cioè ti purghi da la colpa del peccato commesso nel mondo, Per tornar bella a Colui che ti fece; cioè Iddio2. Et è qui da notare che pare a chi non guarda sottilmente che la purgazione non sia neces-