Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
c a n t o xvi. | 367 |
139Per altro soprannome io nol cognosco,
S’io nol tolliesse da sua fillia Gaia.
Dio sia con voi, che più non vegno vosco.
142Vedi l’albòr che per lo fummo raia,1
Già biancheggiar; e me convien partirmi,2
L Angel è ivi, prima che ’l di’ paia:3
145Così tornò, e più non volle udirmi.4
- ↑ v. 142. Raia; raggia, da raiare. E.
- ↑ v. 143. C. A. onde convien
- ↑ v. 144. L’Angelo è quivi pria ch’io li appaia:
- ↑ v. 145. C. A. Così parlò,
___________
C O M M E N T O
Buio d’inferno ec. In questo xvi canto lo nostro autore seguita ancora la cominciata materia; cioè la purgazione dell’iracundi. E principalmente si divide in due parti, perchè prima finge che 1 montino per quella nebbia; e come vi trovò tra li altri uno Lombardo che ebbe nome Marco, e con lui incominciò a parlare; e mosso uno dubbio duplicato, come lo cominciò a solvere. Ne la seconda finge che Marco, continuando, dichiarato lo dubbio che elli li mosse in parte, li compie ne la seconda lezione di dichiarare in tutto lo ditto dubbio che elli mosse, et all’ultimo li mostra la sallita al quarto girone, et incominciasi quive: Esce di mano a Lui ec. La prima2 lezione si divide in sette parti: imperò che prima per comparazione dimostra quanto era oscura quella nebbia, e lo modo che prese ad andare per essa; ne la seconda finge che elli udisse quelli spiriti dimandare misericordia, e quello che cantavano, quive: Io sentia voci ec.; ne la terza finge come incominciò a parlare ad uno di quelli spiriti lo quale prima avea dimandato lui, et incomincia quive: Or tu chi se’ ec. ; ne la quarta finge com’elli li manifesta com’elli è vivo, e come elli va suso et unde viene, e dimandalo chi elli è, quive: Allor io cominciai ec.; ne la quinta finge come quello spirito li risponde e manifestali chi elli è, quive: Lombardo fui ec.; ne la sesta finge Dante com’elli muove uno dubbio a quello spirito, quive: Et io a lui ec.; ne la settima finge che quello spirito, che