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sensualità; niente di meno si puonno comprendere e cognoscere alquanto. E però finse che co la mano rimediasse al soperchio visibile: imperò che, se per altro non potessemo intendere la grandessa de la grazia di Dio, possiamola cognoscere in parte per l’opera, ch’è significata per la mano; ma la grazia cooperante e consumante, che segueno di po’ la perveniente et illuminante, non si può cognoscere se la sensualità non è ammaestrata da la ragione; e però finge che fuggisse la vista sensitiva, e ch’elli dimandasse la ragione; che è quello che non può la vista sensitiva comprendere? E però dice: Che è quel, dolce Padre; a Virgilio parla, a che non posso Schermir lo viso; cioè difendere con la mano come feci di sopra, tanto che mi vallia; come mi valse di sopra, Diss’io; cioè Dante, e parve ver noi esser mosso; cioè lo detto splendore? Non ti meravilliar; dice Virgilio a Dante, s’ancor t’abballia La famillia del Cielo; cioè li angiuli, a me; cioè a me Dante, rispuose; cioè Virgilio; ecco che li manifesta chi è, dicendo: Messo è; questo splendore, cioè angiulo, che viene ad invitar; cioè ad invitare di questo, ch’om sallia; cioè che l’omo sallia all’altro balso: imperò che la grazia di Dio sempre ci promuove e sollicita d’andare di bene in mellio; et anco possiamo tener che Dio ci mandi li angiuli suoi, a confortarci di ciò. Tosto serà che a veder queste cose Non ti fia grave; cioè a te Dante non fi’ grave comprendere queste cose col sentimento, ma fieti diletto; cioè vedere queste cose, Quanto natura a veder ti dispuose; cioè tanto, quanto la natura; cioè naturalmente, cioè Iddio t’à disposto et ordinato a poter vedere.

C. XV — v. 34-45. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come pervenneno a la scala del terso balso, e come montando suso, dimandò Virgilio del dubbio de le parole di sopra ditte da messere Guido, dicendo così: Poi; cioè che Virgilio disse le fatte parole, giunti fummo; cioè Virgilio et io, e l’Angel benedetto; lo quale avea gittato quella luce nel volto a Dante, Con lieta voce disse; cioè l’angiulo a noi: Entrate quinci; cioè su per questa scala, Ad un scaleo1; cioè ad una scala, via men che li altri eretto; cioè non sì erta, come erano stati li altri; questo determina quello fummo giunti, et è qui la figura pentesis. Noi montavamo già; cioè Virgilio et io per la detta scala, partito linci; cioè di quinde l’angiulo; se ’l testo dice: partiti; s’intende di loro, cioè partiti del secondo girone, E Beati misericordes sì ci fue Cantato dietro; cioè dall’angiulo che aveano lassato di rietro, o vero dall’anime del secondo balso: questa è parola de l’evangelio di santo Matteo, cap. v: Beati misericordes, quoniam misericordiam consequentur; e finge che fusse cantato di rieto a loro nel balso dove si purga la invidia, perchè misericordia è virtù op-

  1. Ad un scaleo — a — Noi - è supplito col Cod. Magl. E.