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   [v. 1-15] c o m m e n t o 347

Elli a me ec. La prima, che serà la prima lezione, si divide in 5 parti: imperò che prima pone la descrizione del tempo e l’accidente che li avvenne; ne la seconda manifesta per similitudine lo splendore che l’abballiava, e dimanda Virgilio de la cagione, e Virgilio li risponde, quive: Come quando ec.; ne la tersa parte finge come pervenneno a la scala et incomincionno a montare suso, e come dimanda Virgilio del dubbio, quive: Poi giunti fummo ec.; ne la quarta parte finge come Virgilio solve lo dubbio, quive: Perch’ elli a me ec.; ne la quinta finge come da capo elli muove la dubitazione, quive: Io son d’ esser ec. Divisa adunqua la lezione, ora è da vedere l’esposizione litterale coll’allegorie, o vero moralitadi.

C. XV. — v. 4-15. In questi cinque ternari lo nostro autore descrive lo tempo, e manifesta l’accidente che li avvenne, dicendo: Quanto; cioè spazio, tra l’ultimar; cioè tra ’l finire, dell’ora terza; che ’l Sole è montato suso dall’orizonte in alto in fine al punto dove si dice tersa, perch’ è la tersa parte de lo spazio che è da l’orizonte in fine al più alto luogo che monti lo Sole, che è mezzo di’. Et a volere vedere questo, debbiamo sapere che lo nostro emisperio è diviso in sei parti equali, incominciando da l’orizonte orientale e finendo all’orizonte occidentali sì, che montando lo Sole la prima parte, fa tersa; la seconda, sesta; la tersa, nona, e siamo al mezzo: poi incomincia a discendere, e sceso la prima parte, fa mezzo vespro; la seconda fa vespro; e la tersa, sera; e chiamasi tersa, perchè l’emisperio è distinto in parti 6 equali, e così l’altro ancora; e fanno 12 le quali segnerò per numeri ternari in fine in 36, incominciando da esso e poi pilliando 3 et adiungendo poi ad ogni parti 3: imperò che 12 segni sono, che 6 nascono lo di’ e 6 la notte, unde l’altezza de l’orizonte orientale ch’è da 36 a 3 ch’è uno segno che si chiama tersa; et a 6, sesta, et a 9 fa nona, e desceso dal nono al xii fa mezzo vespro, e poi al xv fa vespro; e poi al xviii, venuto a l’orizonte fa sera. Et acciò che mellio s’intenda, descriverò uno emisperio in 6 parti equali partito, come appare ne lo spazio, et adiungeròvi l’altro, perchè si vedano tutti li sesti che sono nell’uno e nell’altro, e così verrà la spera tonda, come è posta di fuore ne lo spazio 1. E però dice l’autore: Quanto spazio è da l’orizonte orientale dov’è posto 36 all’ultimo de la tersa, dov’è posto 3, tanto era sceso nell’altro emisperio lo Sole inverso l’occaso dell’altro emisperio, che è 2 a l’oriente, sì ch’era giunto lo Sole al 33 sicché così era, come quando 3 è ad ivi al 15, che è vespro; e così era di là al segno

  1. Il Cod. Riccardiano non ha qui la figura. E.
  2. C. M. che è a l’ orizonte di Gherusalem, sì ch’ era
  3. C. M. quando a Gherusalem al 45,