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67Quello infinito et ineffabil Bene
     Che lassù è, così corre ad amore,
     Come a lucido corpo raggio vene.
70Tanto si dà quanto trova d’ardore;
     Sì che quantunque carità s’accende,1
     Cresce sopra essa l’eterno valore.
73E quanto gente più lassù s’attende,2
     Più vi dà bene amore, e più vi s’ama,3
     E come specchio l’uno all’altro rende.
76E se la mia ragion non ti disfama,
     Vedrai Beatrice; et ella pienamente
     Ti torrà questa e ciascun’altra brama.
79Procaccia tosto pur che siano spente,
     Come son già le du’, le cinque piaghe,
     Che si richiudon per esser dolente.
82Com’io volea dicer: Tu m’appaghe;
     Viddimi giunto in sull’altro girone,
     Sì che tacer mi fer le luci vaghe.
85Ivi mi parve in una visione
     Estatica di subito esser tratto,
     E vedere in un tempio più persone;
88Et una donna in sull’entrar con atto
     Dolce di madre dicer: Filliuol mio,
     Perche ài tu così verso noi fatto?
91Ecco dolenti lo tuo padre et io
     Ti cercavamo; e come qui si tacque,
     Ciò che pareva prima, dispario.
94Indi m’apparve un’altra con quelle acque
     Giù per le gote che il dolor distilla,4
     Quando da gran dispetto in altrui nacque,

  1. v. 71. C. A. si stende,
  2. v. 73. C. A. s’intende,
  3. v. 74. C. A. Più v’è da bene amare,
  4. v. 95. C. M. il dolore stilla,