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340 | p u r g a t o r i o xiv. | [v. 142-151] |
incominciò ad inimicarlo per invidia, a sè vi tira: cioè le virtù tirano l’omo a Dio, così li vizi e li peccati tirano l’omo al dimonio, E però poco val freno o richiamo; cioè conforto e reprensione. Chiamavi il Cielo, e intorno vi si gira; cioè voi omini coi suoi benefici ch’elli vi fa co le suoe bellezze che vi mostra, col suo ordine che continuamente osserva; e però dice: Mostrandovi le sue bellezze eterne; impropriamente àe usato l’autore questo vocabolo eterne: imperò che solo Iddio è eterno: ma pone qui eterne, o per rispetto di colui che n’è cagione; cioè Iddio che è eterno, o pone eterne; cioè sempiterne, E l’occhio vostro; cioè di voi omini, cioè l’appetito sensitivo, pur a terra mira; cioè pure a le cose terrene, Onde vi batte; cioè voi omini corregge o punisce, Chi tutto discerne; cioè Chi vede ogni cosa; cioè Iddio medicatore et iudicatore de le nostre menti. E qui finisce il quarto decimo canto, et incominciasi lo xv.
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