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324 | p u r g a t o r i o xiv. |
C O M M E N T O
Chi è costui che il nostro ec. Questo è lo xiv canto de la secunda cantica, nel quale anco lo nostro autore tratta del peccato de la invidia che si purga nel ditto secondo balso, introducendo nuove persone a parlare. E dividesi prima in due parti, perchè prima introduce a parlare due di quelle anime, che erano nel secondo balso, a parlare insieme, et anco seco de le condizioni dei Fiorentini e di tutta Italia, discendendo poi a Toscana; ne la seconda introduce a parlare l’uno di quelli due spiriti dei fatti di Romagna, et appresso adiunge voci, che uditte di ritraere l’omo dal peccato de la invidia, et introduce a parlare Virgilio del detto peccato, et incomincia quive: Per che lo spirto ec. Ne la prima parte che si divide in sei parti, che serà la prima lezione, l’autore nostro prima introduce a parlare due spiriti insieme di sè di quelli del secondo balso al primo1 del canto; ne la seconda finge com’elli, dimandato da loro, risponde del luogo unde era, descrivendolo, e come lo spirito mostrò d’averlo inteso, quive: Et io: Per mezza ec.; ne la tersa finge che l’una di quelle due anime, dimandata da l’altra perchè l’autore avea descritto o non nominato Toscana, manifestò all’altra la cagione, quive: E l’ombra, che di ciò ec.; ne la quarta parte finge l’autore che, descrivendo l’anima introdutta a parlare lo nascimento e lo corso d’Arno, manifesta li vizi delli abitatori intorno a lo detto fiume, quive: Tra bruti porci ec.; ne la quinta finge come quello spirito che àe parlato di sopra, parlando all’altro li dice de le condizioni dei suoi, quive: Nè lasserò ec.; ne la sesta finge come quello spirito, a cui è stato ditto dall’altro de le condizione dei suoi, si turba, e come l’autore dimanda dei loro nomi, quive: Come a l’annunzio ec. Divisa adunqua la lezione, ora è da vedere lo testo co le esposizioni litterali, allegoriche, o vero morali.
C. XIV — v. 1-15. In questi cinque ternari lo nostro autore introduce due spiriti, che erano l’uno al lato all’altro di quelli del secondo balso, a parlar insieme di lui; e possa2 l’uno a parlar seco, dicendo così: Chi è costui; diceva l’uno spirito all’altro di Dante; cioè quello di sotto di verso Dante a quil di sopra, dimandando chi era tra loro, che il nostro monte; cioè lo quale lo nostro secondo balso del monte, dove noi siamo posti a purgarci, cerchia; cioè gira intorno, Prima che morte li abbia dato il volo; cioè prima che sia
- ↑ C. M. balso al principio del canto;
- ↑ Possa; poscia, dal provensale pueissas, puoissas, poissas. Il Boiardo Lib. II C. xxvi. v. 30 «’l termine arriva, Che andarne possa mi facea mestiero». E.