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[v. 49-66] | c o m m e n t o | 307 |
sia ferma a sedere, cioè che non vada discorrendo e veggendo cosa che ’l potesse muovere ad invidia; appresso, che sia appoggiato al monte livido et a la pietra dura de la penitenzia che si conviene al peccato de la invidia; appresso, ch’ elli regga lo capo in su la spalla delli altri invidiosi e sia retto da loro, cioè ch’elli corregga di tal vizio il prossimo suo invidioso e lassisi correggere; appresso, li conviene avere li occhi cuciti col filo di ferro, cioè con fortessa d’animo e duressa, cioè che più non apra li occhi suoi a vedere cosa che lo potesse muovere ad invidia; appresso, che porti lo cilizio a le carni, cioè che abbia pungimento del peccato suo continuo, sentendo la freddura la quale è stata in lui privato di carita sì, come lo cilizio punge continuamente chi lo porta, et è freddo; appresso, che delli occhi continuamente gocciulino lagrime che significano la contrizione del cuore, che continuamente dè avere in fin che sia sodisfatto per lo peccato; appresso, che abbia l’ammanto di sopra di colore livido come è la petrigna del monte che significa lo peccato della invidia, che dè essere cavato del cuore 1 co la revelazione de la bocca e manifestato al confessore, et anco all’altre persone, sicché pillino buono esemplo di loro, lo quale dè coprire lo cilicio: imperò che la confessione e manifestazione del peccato dè essere di fuora e la compunzione d’entro; e questo che gridano cantando le letanie significa che si debeno 2 mostrare corretti ad ogni uno del suo peccato, desiderando e chiamando l’aiuto de l’orazione dei santi per tutti, siccome prima erano stati dolenti del bene altrui e lieti del male; così ora dimostrino l’opposito; e questo anco si dichiarerà mellio, quando toccheremo le parti. E benché l’autore litteralmente dica questo di quelli del purgatorio; allegoricamente intende di quelli del mondo, come mostrato è.
C. XIII — v. 49-66. In questi sei ternari lo nostro autore finge come, fatto avveduto da Virgilio, andato più innanti, vidde li modi come si purgavano li invidiosi più chiaramente che non avea veduto infine a quive; e però dice: E poi che fummo un pogo più avanti; cioè Virgilio et io Dante andati, Udia; io Dante; et anco puoe dir lo testo: Udi 3 gridar; a quelle anime: Maria, óra per noi; cioè invidiosi peccatori; e così dimostra l’autore che la invidia si dè cessare da lo invidioso e dèsi tornare ad amore e carità. Ora, Michael; cioè santo Michaele Arcangelo, e Pietro; cioè santo Pietro e tutti i Santi; cioè orino per noi; e così mostra che cantassero le letanie, che avendo pur detto Maria, óra per noi, si potea intendere per l’ultima parte dell’Ave Maria; cioè Santa Maria, óra per noi. Non credo