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302 | p u r g a t o r i o xiii. | [v. 10-21] |
nel mondo in stato di penitenzia, che montano di grado in grado. Ivi; cioè in quel luogo, così una cornice lega Intorno il poggio; cioè la parete del terso balso; cioè in su la quale è lo terso balso, lega; cioè cinge, una cornice; cioè lo balso co la cornice intorno, come la primaia; cioè cornice lega intorno la parete, che sostiene lo secondo balso, Se non che l’arco suo; cioè di quella cornice, più tosto piega: impero che minore è lo giro de la seconda, che quello de la prima: imperò che quanto più si monta più viene mancando lo giro, come vuole la ragione del monte tondo, che sempre in su digrada et assottillia. E questa finzione è consona a la ragione: imperò che minore pena si conviene a minor peccato; sicché come digradano li peccati, denno degradare le pene. Ombra; cioè figura nessuna ne la parete, non lì è; cioè non è quive, come àe finto che fusse nel primo giro, nè segno che si paia; e questo finge l’autore, per mostrare la condizione del peccato, che finge che quive si purghi; cioè la invidia la quale sta solo appiattata nell’anima e non viene di fuora in atto, se non sotto specie d’altro peccato. Par sì la ripa; ch’ è d’intorno, e par sì la via schietta; cioè lo spasso che non v’è scolpito, nè dipinto, Col 1 livido color de la petraia; finge che la ripa e lo spasso sia fatto di petrina livida, perchè questo colore è conveniente a la invidia; unde Boezio in secondo Philosophicae Consolationis, dice la Filosofia, parlando a Boezio de la fortuna: Nunc te primum liventi oculo perstrinxit: la invidia è fredda, perch’è contraria a la carità, e lo freddo fa l’omo livido; e però finge l’autore che quive sia sì fatto colore.
C. XIII — v. 10-21. In questi quattro ternari lo nostro autore finge come Virgilio si mosse a girare su per lo secondo balso, e fece sua invocazione al Sole; ricognoscendo lo suo beneficio, gratificavali dicendo: Se qui; cioè in questo luogo, dove noi siamo, per dimandar; cioè del cammino, gente s’ aspetta; cioè che vegna verso noi, Ragionava il Poeta; cioè Virgilio, io temo forse Che troppo avrà d’ indugio; cioè troppo penerà ad averne effetto, nostra eletta; cioè nostra elezione, che abbiamo eletto di cercare questo balso e li altri. E questo dicea, perchè sapea che quelli che si purgavano in su quel secondo balso, stavano a sedere e non andavano; ma dice forse, perchè potrebbe esser venuto l’angiulo ad insegnare loro la via. Poi fisamente al Sole li occhi porse; cioè Virgilio, volgendosi inverso lui; e però dice: Fece del destro lato a muover centro; cioè che lo tenne fermo, E la sinistra parte di sè torse; cioè girò lo lato manco, fermato lo ritto, come conviene che faccia chi si volge per andare
- ↑ Col livido color; come il livido colore, usata la preposizione con alla guisa de’ Latini, i quali talvolta le facevano prendere gli uffici della somiglianza. E.