[v. 94-108] |
c o m m e n t o |
291 |
solve lo peccatore come quello che si porla in fronte; n’è cancellato uno, cioè quello de la superbia, del quale era purgalo. Poi mi permisse 1 sigura l’andata; cioè, poi che ebbe spento lo peccato de
la superbia in me Dante, mi lassò andare siguramente a la purgazione delli altri. Non va mai lo peccatore siguramente ai gradi de
la penitenzia, se prima in lui non è spento lo peccato de la superbia,
ch’ella si meschia anco ne le buone opere, come dice santo Agostino.
Come; ecco che dimostra come era fatta quella scala, faciendo 2 una
similitudine di quella montata a quella che è in Fiorensa sopra ’l
ponte Rubaconte, per montare a la chiesa di Santo Miniato che è
in sul monte; e però dice: Come a man destra; cioè intrando ne la
città et andando in verso ’l ponte, lo ponte viene da mano sinistra
e la montata da mano destra, per sallire al monte Dove; cioè nel
quale monte, siede la chiesa; che si chiama San Miniato in monte,
che soggioga; cioè soprasta, perchè posta in alto, La ben guidata; cioè
Fiorensa; e parla ironice, cioè per lo contrario; cioè quella città
ch’è mal guidata e governata per li suoi rettori che non la reggiono
con iustizia, come arebbe volsuto l’autore, sovra Rubaconte; cioè
sopra l’ponte, che si chiama ’l ponte Rubaconte, Si rompe del montar; suso al monte, l’ardita foga; cioè l’altessa ritta che farebbe
descendere in foga, sensa potersi ritenere: foga è andamento sensa
rattenersi, et operamento sensa tramezzare riposo, Per le scalee;
cioè per li scaloni, che si fero ad etade; cioè a tempo, Ch’era siguro il quaderno e la doga; cioè a tempo che li cittadini di Fiorensa
erano più virtuosi che al tempo dell’autore, nel quale occorse, secondo che abbo sentito dire, che fu commesso falsità in du’ cose;
cioè in uno libro o di mercanzia, o di notaria, tramutato e cambiato
carte del quaderno; et a lo staio, o vero quarta, fu cavata, o vero
sciemata 2 la doga del legname, perchè tenesse meno; le quali falsitadi non si commetteano al tempo che funno fatti li detti scaloni;
e dice che Così s’allenta; cioè per li scaloni; ecco che adatta la
similitudine, la ripa, che cade; cioè discende, Quivi; cioè in purgatorio, ben ratta; cioè ritta, et in foga, dall’alto girone; cioè dal girone secondo: potrebbe dire lo testo altro, et alto; l’una sentenzia e
l’altra è vera: imperò che è altro dal primo, e più alto 3 che ’l primo. Ma quinci e quindi; cioè dall’uno lato e dall’altro, l’alta pietra;
cioè le pareti alte che erano di pietra, rade; cioè radono e strefiavano 4; e per questo vuole denotare la strettessa de la via, siccome àe
mostrato l’altessa: imperò che dice santo Agostino: Angusta via est, quas ducit ad vitam; e santo Prospero, sponendo dice: Arduus atque
- ↑ C. M. mi promisse
- ↑ 2,0 2,1 Faciendo, Scemata. In queste, come in altre voci, è frammesso l’i per liscezza di lingua. E.
- ↑ C. M. et alto è più che
- ↑ C. M. strefinano