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[v. 85-93] | c o m m e n t o | 289 |
si fanno adiungendosi le mani in croce al petto, et inginocchiandosi. E ben dice adorna: imperò che riverenzia e virtù compresa 1 sotto l’umilità, e le virtù adornano lo virtuoso. Si ch’el diletti lo menarci in suso; cioè sicché l’angiulo volontieri ci 2 meni suso all’altro balso: per la riverenzia l’omo viene ne la grazia del riverito et inchinasi a farli bene; e così co la virtù dell’umilità, sotto la quale è la virtù de la riverenzia, Dante ammonito da la ragione si rendeva degno de la grazia de la remissione del peccato de la superbia, et inchinava Iddio a farli grazia di mostrarli la via d’andare a purgarsi del peccato de la invidia; e questo significa l’autore ne le parole preditte. Pensa che questo di’ mai non raggiorna; ecco che Virgilio fa sollicito Dante, rammentandoli che ’l tempo passato mai non ritorna: lo di’ passato non ritorna mai a passare un’altra volta, e però l’omo del tempo dovrebbe essere più sollicito dispensatore che non è, pensando che mai non ritorna.
C. XII — v. 85-93. In questi tre ternari lo nostro autore finge come elli intese l’ammonimento di Virgilio; e come l’angiulo venne in verso loro, e descrivelo come era fatto, dicendo: Io; cioè Dante, era ben del suo ammonir; cioè di Virgilio, uso; cioè Pur di non perder tempo: imperò che molte volte Virgilio l’avea ammonito d’aver cura che ’l tempo non si perda, sì che in quella Matera 3; cioè di non perder tempo, non parea parlarmi chiuso; cioè oscuro, sì ch’io nollo intendesse. A noi; cioè a Virgilio et a me Dante, venia la creatura bella; cioè l’angiulo che figurava la grazia remittente di Dio, Bianco vestita: ben si conviene tal veste a sì fatto angiulo: la bianchezza significa purità, e ne la faccia quale; cioè come fatta, Par tremulando; cioè vibrando 4 li suoi raggi, mattutina stella; cioè la stella Diana. Ben si convenia sì fatta figura a sì fatto angiulo, che significava la misericordia di Dio perdonante, e la grazia illuminante; le quali cose sono bisogno 5 a chi è purgato del peccato de la superbia, et aspetta di purgarsi appresso delli altri; prima li è mistieri la grazia perdonante che, come ella è bianca, faccia lui bianco; appresso, la illuminante che illumini lo peccatore; e però finge l’angiulo rilucente come stella. Le braccia aperse; cioè lo ditto angiulo; c questo significa la misericordia di Dio: imperò che Iddio sempre sta co le braccia aperte a ricevere li peccatori, et inde; cioè di poi, aperse l’ale; volando in verso lo luogo, unde si dè montare; e questo significa la grazia preveniente et illuminante di Dio. Disse: Venite; a noi cioè a Virgilio et a me Dante; cioè a la ragione et a la
sensualità. Ecco che pone come la grazia illuminante invita lo pec-
- ↑ C. M. compressa sotto
- ↑ C. M. l’angelo ci meni volentieri
- ↑ Matera, fognato l’i, come più indietro al v. 72 sentero. E.
- ↑ C. M. cioè umbrando li suoi raggi
- ↑ C. M. di bisogno
Purg. T. II. | 19 |