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c o m m e n t o |
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finge come elli, veduto tanti mali seguitati dal peccato de la superbia, e sì gravi punizioni seguitatene come dimostrano breve 1 le
storie ditte dinanti, proruppe in una esclamazione breve contra
l’umana specie, riprendendola del peccato de la superbia; e poi dimostra come Virgilio lo sollicita del montare, dicendo: Or superbite.
Che cosa sia superbire lo dimostra lo vocabulo: superbire è sopra
li altri andare; superbire, super alios ire; e però indignative parla
l’autore, dicendo: Or superbite; voi omini: con ciò sia cosa che veggiate Troia disfatta per la superbia, e li altri mali che ditti sono di
sopra 2; e questa dizione Or, alcuna volta significa tempo; cioè ora
che significa a vale; alcuna volta significa confortazione come qui
che parla l’autore per contrario, che si dè intendere non superbite:
lo parlare con indignazione si fa affirmativo, et intendesi negativo; e
così alcuna volta si fa negativo et intendesi affirmative. e via col viso altero; cioè alto: imperò che li vizi de l’animo si dimostrano
co li atti del corpo, però parla cusì l’autore: imperò che comunemente chi è superbo va col petto teso e col capo alto, Filliuoli d’Eva; cioè voi omini, che siete filliuoli d’Eva e d’Adam; e per
questo ditto dimostra che non si dè superbire: con ciò sia cosa
che tutti siamo pari, secondo lo nascimento: imperò che tutti
siamo d’una massa discesa 3 da’ primi parenti Adam et Eva:
dunqua non c’è cagione, che l’uno omo debbia volere sopra stare
a l’altro, e non chinate il volto; quanto a la lettera, sicchè veggiate
a che periculi vi mena lo peccato de la superbia per li esempli
delli altri superbi che sono mal capitati; et allegoricamente, e non
chinate la vostra volontà ad umiliarvi, che lo dovreste fare ricognoscendo per li esempli delli altri lo vostro errore: quando l’omo inchina la volontà sua ad umilità, ripensando li mali seguitati de la
superbia, pilliane dispiacere e volgesi in contraria parte a la virtù
de la umilità, sicchè per questo dà ad intendere: Et umiliatevi voi
omini, Sì che veggiate il vostro mal sentero; cioè a ciò che veggiate
quanto è ria la via de la superbia che avete presa: non si cognosce
quanto sia ria la superbia, se non quando si considerano li mali che sono seguitati e che ne seguitano. Più era già; ecco che fatta
la sua invettiva contro li superbi, ritorna al processo del cammino,
dicendo: Più era già per noi; cioè per Virgilio e me Dante, del monte; cioè andando su per la prima cornice, più n’avevamo girato
del monte ch’io non pensava; e però dice volto; cioè girato, E del cammin del Sole; cioè del giorno: quando lo Sole cammina per l’emisperio nel quale elli è, quindi fa giorno; sì che l’autore dà ad in-
- ↑ Breve. Notisi questa vaga ellissi di breve; cioè in modo breve. E.
- ↑ C. M. di sopra. E via col viso
- ↑ C. M. discesa e distesa dai primi