[v. 22-36] |
c o m m e n t o |
255 |
mostrare che ànno affezione di carità perfetta, per la quale desiderano la salute loro e nostra, per la quale sempre desiderano e dimandano bene: imperò che sono in grazia di desiderare bene; ma
non ottenere infine a tanto che non sono in paradiso; e però finge
l’autore, secondo la lettera, che l’anime del purgatorio orino per sè
e per altrui; e secondo l’allegoria intende di quelli del mondo, che
sono in vero stato di penitenzia che sempre orano e per sè e per
altrui. Così; cioè coll’orazione ditta di sopra, a sè; cioè in quelle
parti che l’orazione toccava a loro, et a noi; cioè in quello che toccava a noi omini che siamo nel mondo, come è l’ultima preghiera
del Pater nostro, ditta di sopra, buona ramogna; cioè buona felicità
nel nostro viaggio e nel loro: ramogna 1 è proprio seguir nel viaggio, Quelle ombre; cioè dette di sopra, che erano coi carichi addosso,
orando, andavan sotto ’l pondo; cioè dicendo l’orazione ditta di sopra del Pater nostro, avendo addosso li smisurati carichi dei sassi
che àe ditto di sopra, Simile; cioè lo peso, a quel che talvolta si sogna: imperò che l’omo sogna spesse volte avere grande peso addosso,
et àe grande angoscia, massimamente quando l’omo dorme rivolto,
che ’l sangue corre al cuore e grava il cuore, sicché pare a l’omo
avere tutto ’l mondo addosso. Disparmente angosciate tutte a tondo;
cioè che andavano in giro come girava la cornice, et in questo era
pari la loro pena come era stato pari lo peccato de la superbia, in
generali discorrendo e ritornando d’uno modo in uno altro, e ritornando al primo; ma lo peso non era eguale, perchè li gradi e le
specie non erano stale equali, quale minore e quale maggiore, e così
erano li pesi: imperò che più grave è una specie di superbia che
un’altra, E lasse; cioè stanche, su per la prima cornice; cioè del
purgatorio, Purgando la caligine del mondo; cioè la neressa del peccato de la superbia acquistata nel mondo. Se di là; cioè ne l’altro
mondo, cioè nel purgatorio, ben per noi si dice; come mostrato è di
sopra che oravano per noi, Di quel che dir e far per noi; cioè li quali
siamo nel mondo; e nota che tocca due cose; cioè fare e dire, intendendo per lo fare le elimosine e lo sacrificio, e per lo dire l’orazioni,
si puote Da quei, ch’ànno al voler buona radice; cioè da quelli che
ànno confermata la loro volontà in bene, Ben si dè lor aiutar levar le nuote; cioè le magagne e le brutture del peccato: imperò che, ben
che per la confessione e contrizione e satisfazione che si fa nel
mondo si destrugge la colpa, non si disfà la macchia del peccato che
rimane nell’anima, se la satisfazione non fu già sì fatta per la pcnitenzia che vastasse; altramente rimane l’anima macchiata e con-
- ↑ Ramogna può derivare da ramier; pellegrino, così appellalo dagli antichi Francesi a cagione del ramicello di palma che recava da Gerusalemme. E.