22Quest’ ultima preghiera, Signor caro,
Già non si fa per noi, che non bisogna;
Ma per color che dietro a noi restaro.
25Così a sè et a noi buona ramogna
Quelle ombre orando, andavan sotto ’l pondo
Simile a quel che talvolta si sogna,
28Disparmente angosciate tutte a tondo,
E lasse su per la prima cornice,
Purgando la caligine del mondo.
31Se di là sempre ben per noi si dice,
Di quel che dir e far per noi si puote1
Da quei, ch’ ànno al voler buona radice,
34Ben si dè lor aiutar levar le nuote,2
Che portar quinci, sì che mondi e levi
Possano uscir delle stellate ruote.
37Doh se giustizia o pietà vi disgrevi3
Tosto, sì che possiate muover l’ala,
Che secondo ’l disio vostro vi levi,
40Mostrate da qual mano in ver la scala
Si va più corto; e se ci à più d’un varco,4
Quel ne insegnate che men erto cala:
43Chè questi che vien meco, per lo incarco
De la carne d’Adamo ond’ ei si veste,
A montar su contra sua vollia è parco.
46Le lor parole, che rendero a queste
Che ditto avea colui che io seguiva,
Non fur da cui venisser manifeste;
49Ma ditto fu: A man destra per la riva
Con noi venite, e troverete il passo
Possibile a sallir persona viva.
- ↑ v. 32. C. A. Di quà che dire
- ↑ v. 34. C. A. loro alar lavar le
- ↑ v. 37. C. A. Deh se giustizia e pietà
- ↑ v. 41. C. A.e se c’è